
«L'Inter è una delle squadre migliori d'Europa. Messi non gli ha mai fatto gol? Il passato non conta. Semmai stavolta spero di segnare io». La sfrontatezza è figlia dell'età e della certezza di avere qualcosa in più. In campo e fuori, visto che il dribbling più scaltro Lamine Yamal lo piazza con le parole, smarcandosi subito dal paragone: «Io non mi paragono a lui», spiega l'attaccante del Barcellona, nel santuario che fu di Leo. Irriverente come quell'improbabile biondo che gli cade sulla fronte o come il ritardo all'allenamento di ieri, con Ansu Fati, Martinez e Fermin Lopez.
Dalla sua, Yamal ha la forza dei numeri: oggi contro l'Inter fa 100 in blaugrana. Alla stessa età, Leo era fermo a 7. «Messi è stato il migliore giocatore della storia. Il resto, lo lascio a voi». A sottintendere che sì, qualcosa resta, e la differenza è non è in difetto. Le spalle di Messi si fermano 10 centimetri più in basso di quelle di Lamine, forse perché schiacciate dal costante carico di paragoni con CR7 e Maradona. Lamine ha la scaltrezza di alleggerirsi subito dal confronto con Leo, ma in Catalogna ha scritto da minorenne la storia più dell'argentino: esordio a 15 anni e 290 giorni, a 16 anni e 38 giorni è stato il più giovane titolare blaugrana di sempre in campionato. Diventando protagonista l'estate successiva dell'Europeo: miglior giovane e più precoce marcatore di sempre, contro la Francia in semifinale, nel miglior gol del torneo. Nessuno, all'età di Lamine, aveva mai disputato una finale di Europeo o Coppa del mondo: a cinque anni Mozart componeva pezzi per violino, prima di prendere la patente Verstappen correva già in Formula 1, Yamal incanta con un pallone tra i piedi.
«L'età non conta, nel calcio servono qualità e mentalità», si fa piccolo, rimbalzando poi sull'ego quando precisa: «Finché vinco non mi possono dire nulla. Che mi battano e poi potranno parlare». Una sicurezza maurata da piccolo in periferia: «La paura l'ho lasciata nel parcheggio di Mataró tanti anni fa». Anche perché, per paradosso, il rischio è quello di cercare stimoli nuovi dopo che hai rilegato un'enciclopedia di record: più giovane ad aver giocato da titolare in Champions (16 anni e 2 mesi) e ad aver segnato nel Clasico contro il Real Madrid (17 anni e 3 mesi), dopo aver timbrato in Nazionale spagnola a 16 anni e 57 giorni, come nessuno mai.
Messi ha vestito la prima volta d'albiceleste a 18 anni compiuti da un mese e mezzo. Di Leo si diceva che giocasse per sé, di Diego che facesse giocare la squadra. Lamine ha sintetizzato i due concetti: in stagione, 14 gol e 24 assist. Mes que un jugador.
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