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"Donnarumma, l'Italia, la Serie A: vi dico tutto"

L'ex portiere della Nazionale difende la scelta di Gigio di passare al Paris Saint-Germain: "Può diventare più forte di Buffon". E sugli Azzurri di Mancini: "Faremo un bell'Europeo. Con Sirigu, Meret e Cragno l'Italia ha riscoperto la grande scuola dei portieri"

Zenga: "Donnarumma, l'Italia, la Serie A: vi dico tutto"

Un tormentone estivo giunto al capolinea, o quasi. L'ormai imminente passaggio di Gianluigi Donnarumma al Paris Saint-Germain non spegne le polemiche attorno al portiere della Nazionale, chiamato, non più da “disoccupato”, a un ruolo da protagonista agli Europei al via tra soli tre giorni. Chi non ha dubbi nel difendere la scelta di Gigio è uno che la porta azzurra l'ha protetta per 58 volte e che, con gli anni, delle critiche ha imparato a farsi beffe, considerandole un'abitudine spiacevole, ma di poco conto. In esclusiva per ilgiornale.it, Walter Zenga spezza una lancia a favore dell'ormai ex milanista, finito nel tritacarne delle polemiche assieme al suo deus ex machina Mino Raiola. E tesse le lodi di un portiere destinato a lasciare il segno nella storia del calcio italiano.

Dal suo punto di vista Donnarumma ha fatto la scelta giusta?

"M'infastidisce questo continuo sindacare le scelte di professionisti che sanno il fatto loro. Donnarumma, come tutti, avrà avuto le sue esigenze, le sue motivazioni, che lo hanno spinto ad abbandonare il Milan. Noi non le conosciamo e proprio per questo non lo possiamo giudicare di fronte allo schermo di un pc o di uno smartphone".

Pesa, forse, il fatto che la tifoseria sia stata delusa da un addio piuttosto brusco per un giocatore nato e cresciuto nel club rossonero?

"Le parole migliori su questa vicenda le ha pronunciate Paolo Maldini, ma bisogna entrare nell'ordine di idee che Donnarumma sarebbe finito nel mirino delle critiche qualunque scelta avesse preso. Ormai funziona così per tutti, io stesso sono stato bersagliato perché “giocando” ho detto nel corso di una diretta Instagram che sarebbe potuto finire alla Roma. A lui come professionista consiglio di imparare a fregarsene".

Dal punto di vista tecnico non va incontro a qualche rischio, dovendosi confrontare con un portiere solido e affidabile come Keylor Navas, al quale peraltro è stato da poco rinnovato il contratto?

"Gigio lo conosco personalmente, umanamente parlando è un ragazzo splendido. L'immagine pubblica che abbiamo di lui non gli si addice, ma lui sa di avere qualità enormi. Stiamo parando di un ragazzo che può diventare più forte anche di Buffon".

Tra i migliori portieri di sempre, dunque.

"Fare classifiche all time non ha senso, ogni epoca ha i suoi campioni e non è possibile paragonarli. Ma Donnarumma è già più avanti di quanto non fosse Buffon alla sua età".

Un altro, Buffon, che sembra avere ancora intenzione di ritagliarsi un ruolo da protagonista Se la sente di dargli un consiglio?

"Solo Gigi può sapere cosa è meglio per lui. Tutto dipende da quello che sente dentro, se ha ancora la voglia di mettersi in gioco e mantenere una buona continuità. Si figuri se a Gigi può interessare cosa pensa la gente di un'eventuale di andar avanti, seppur con un profilo pù basso".

Oltre a Donnarumma, la convincono i portieri scelti da Mancini per la spedizione a Euro 2020? C'è stato qualche malumore per la sceta di portare Sirigu e preferire Meret a Cragno?

"Sta parlando con la persona che ha fatto esordire Sirigu in Serie A e che a Cagliari ha rimesso in pista Cragno dopo l'infortunio. Basta andarsi a ripescare le mie interviste ai tempi di Crotone, quando dicevo che i due portieri più futuribili in Italia erano Cragno e Meret. Lo pensavo allora e lo penso ancora oggi. Forse, ai fini della convocazione, il napoletano è stato premiato per qualche apparizione internazionale in più".

In ogni caso, stiamo pur sempre parlando di problemi di abbondanza.

"La scuola italiana dei portieri è tornata a essere validissima. Anche Gollini, per fare esempio, avrebbe potuto far par parte del gruppo. Roberto (Mancini, ndr), come la maggior parte dei selezionatori, ha giustamente scelto di premiare il gruppo che tanto bene ha fatto in questi anni di avvicinamento all'Europeo. Come si poteva pensare di lasciare a casa Sirigu?"

Proprio la compattezza del gruppo sembra essere uno dei punti di forza di questa Nazionale.

"Il gruppo storico delle Nazionali che si forma durante le qualificazioni resta lo stesso per l'80% delle squadre. E' sempre stato così, d'altra parte: ai Mondiali dell'86 c'erano i senatori e poi tre ragazzini come De Napoli, Vialli e il sottoscritto. Il Raspadori di turno, insomma, l'uomo inserito all'ultimo momento per freschezza e crescita costante, non manca quasi mai, ma l'ossatura dello spogliatoio deve restare quella".

Paradossalmente, questa diffusa euforia attorno agli Azzurri non rischia di essere controproducente per una selezione da sempre abituata a esaltarsi nelle difficoltà?

"Non scherziamo, godiamoci quest'ottimismo che Mancini ci ha saputo regalare, costruendo con una squadra che ha spirito, identità e gioca un bel calcio.

Sono convinto che Italia farà bene e che noi ci divertiremo".

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