L'ultimo ostacolo era lo Zenit che l'accordo tra il suo allenatore, Roberto Mancini, e la nazionale italiana non l'aveva preso per niente bene. Questione di soldi, 4 milioni e mezzo di stipendio all'anno, ma anche di buone maniere visto che lo sposo (pare infatti sia anche vicino alle nozze con Silvia Fortini, sua compagna da due anni) si era promesso alla squadra di San Pietroburgo fino al 2020 e il il cui contratto non prevedeva clausole rescissorie. Ma il Mancio se si mette in testa una cosa prima o poi la ottiene e i desiderata dei singoli oggi contano più della volontà delle società . Così ieri in serata è arrivata la fumata bianca: Roberto Mancini e lo Zenit di San Pietroburgo hanno trovato l'intesa per chiudere il loro rapporto di lavoro, l'ultimo ostacolo è caduto, il lasciapassare è arrivato.
Adesso niente potrà più impedirgli di realizzare il suo sogno di diventare commissario tecnico della Nazionale, quello della riscossa dopo l'umiliazione dell'eliminazione dai mondiali, quello dell'anno zero, che metterà in marcia gli azzurri per gli Europei del 2020, tanto peggio di così non si può fare.
Già la prossima settimana Mancini ritornerà in Italia e in qualsiasi momento potrà finalmente firmare il contratto che lo legherà alla Figc perfezionando un accordo chiuso ormai da tempo. Si comincerà con il raduno il 22 maggio, poi il 28 l'esordio in amichevole con l'Arabia Saudita allo stadio Kybunpark di San Gallo, in Svizzera, due giorni dopo la finale di Champions. E in Costa Azzurra, il 1° giugno, la nuova Italia sfiderà la Francia nella seconda amichevole. Tre giorni dopo, all'Allianz Stadium, invece arriverà l'Olanda, l'ultimo impegno prima di accomodarsi davanti al televisore per assistere al Mondiale da spettaori, come non accadeva da sessant'anni. Sarà l'occasione per vedere le prime novità della sua gestione. Inizialmente, spiegano i tattici potrebbe partire dal 4-3-3, modellabile in 4-2-3-1. C'è tempo per provare, di sicuro tornerà in azzurro il suo pupillo Balotelli.
Ora il Mancio proverà a togliersi da allenatore quelle soddisfazioni che in Nazionale gli sono sempre sfuggite da giocatore: 36 presenze e soloa 4 reti segnate, il Mondiale di Italia '90 vissuto praticamente in panchina. La panchina per lui stavolta sarà una tolda di comando e non più una bocciatura.
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