Lo sposino? Ha l’età del nonno Messner va a nozze (a 64 anni)

Reinhold Messner si sposa all’età della pensione. A sessantaquattro anni gli altri vanno ai giardinetti, lui s’infila una fede al dito; gli altri leggono un giornale coi nipotini intorno, lui scrive gli inviti sulla carta riso; gli altri festeggiano almeno le nozze d’argento, lui organizza il suo primo matrimonio. Ecco un altro che c’ha pensato bene: venticinque anni di fidanzamento, convivenza, amore e tre figli, una specie di maratona della vita che gli deve essere sembrata faticosa quanto scalare un Ottomila. Ce l’ha fatta, però. La cima è il Comune di Castelbello, nel Meranese. La bandierina da piantare sulla vetta ha il volto della futura moglie Sabine Eva Sthele. La data è il primo agosto. Fino ad allora sarà una continua chiacchiera, una perenne curiosità: perché uno aspetta così tanto per sposarsi? E perché tanta fatica? Comune, inviti, ricevimento, giornalisti, domande, risposte. Ormai rassegnato, lo sposo si limita a dire che avrebbe preferito una cerimonia semplice e riservata, ma anche se non sarà così «va bene lo stesso, sarà una gran giornata lo stesso, perché dopo 25 anni di convivenza direi che siamo una coppia collaudata io ed Eva. E poi abbiamo la completa approvazione dei nostri tre figli. E questo mi rende ancor più felice».
Il loro incontro risale all’inizio degli anni Ottanta quando il nome di Messner era già legato a imprese da record e di fama mondiale, come la scalata dell’Everest senza l’aiuto dell’ossigeno del ’78. Poi, una spedizione dopo l’altra, dalla traversata in Antartide a quella in Groenlandia per arrivare, quattro anni fa, nel Deserto dei Gobi.
Oltre cento arrampicate, 3500 scalate, chilometri di successi, poi la famiglia. Perché tutti adesso giurano che c’era, che anche lontano era presente: compagno e padre di Magdalena, che oggi ha 21 anni e studia all’Università di Vienna storia dell’arte, di Simon, 18 anni, studente d’agraria ad Ora, e della piccola Anna che ha appena finito la prima elementare a Merano. Sabato prossimo sotto gli occhi dei figli, verrà ufficializzata l’unione dei genitori con un rito civile celebrato dal sindaco, Josef Alber, di Castelbello Ciardes, la cittadina dove i Messner vivono dall’83, dove hanno passato questo fidanzamento che sembrava eterno e invece ora è vicino alla fine. E dove si terrà il ricevimento delle nozze. Ma sulla cerimonia vige il più rigoroso silenzio. «L’abbiamo fatta coincidere con la festa che diamo tutti gli anni a Castel Juval per i nostri amici. Dopo aver messo a posto le carte in comune torneremo subito a casa per il nostro tradizionale incontro estivo».
La strada che porta a casa, cioè a Castel Juval, residenza storica dello scalatore è piena di curve, stretta e molto ripida: una vera scalata automobilistica, che dura almeno venti minuti, e che forse rappresenta l’unico vero ostacolo per giornalisti e curiosi pronti a non perdersi il matrimonio, nonostante il tentativo di Messner di sminuire il gran ricevimento che ci sarà sabato prossimo. Prova a contenere la curiosità, a mantenere riservato almeno il ricevimento, ma non funziona: i preparativi a castello sono già cominciati e non confermano per niente le parole di Reinhold.
Perché ovviamente quest’anno la festa estiva non sarà come quella di tutti gli anni: per la prima volta in venticinque anni i padroni di casa varcheranno il portone con lo stesso cognome e la fede al dito. E probabilmente verranno subito assaliti dalle molte sorprese che gli amici più stretti stanno organizzando ora, ma pensando da tempo, da anni, tutti quelli passati in compagnia della coppia.


Nella lista degli invitati, si vocifera che saranno molti i sudtirolesi, pochi quelli dell’establishment, anche se non dovrebbe mancare Durnwalder con la sua Angelika in dolce attesa. Diversi infine quelli che arriveranno anche da molto lontano per partecipare al matrimonio molto atteso tra Reinhold la «sua» Sabine. Meglio tardi che mai...

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