Politica

Sprechi di Marrazzo, indaga la Corte dei conti

Rispetto a Storace, si stima un aggravio di spese del 40%

Sprechi di Marrazzo, indaga la Corte dei conti

Alessia Marani

da Roma

Ora sulle «spese pazze» di Piero Marrazzo alla Regione Lazio indaga la Corte dei conti. A rivelarlo è il settimanale Panorama che nel numero oggi in edicola dedica ampio spazio alle consulenze d’oro e alla moltiplicazione di poltrone e auto blu varata dalla neo-giunta dell’ex conduttore televisivo all’indomani dell’insediamento nel palazzo di vetro di via Cristoforo Colombo. E subito denunciata da il Giornale.
La Procura generale della Corte dei conti rivolge cinque quesiti all’ex difensore dei diritti dei cittadini in Tv per chiedere informazioni sulle decisioni assunte le scorse settimane riguardo all’aumento degli incarichi, delle consulenze e dei relativi emolumenti destinati ai componenti dello staff presidenziale e a vari altri impiegati. Insomma, i magistrati contabili dello Stato chiedono a Marrazzo & Co. di giustificare il loro operato.
Operato che nei giorni passati aveva mandato su tutte le furie persino gli alleati di governo: dai compagni di Rifondazione comunista (che hanno ritirato i loro componenti dalle commissioni «incriminate») ai diessini e «amici» della Margherita che al loro presidente non hanno risparmiato critiche pesantissime. Una vera bufera nel centrosinistra ulivista che della «morigeratezza» e della guerra agli sprechi aveva fatto il suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale contro l’attuale ministro della Sanità, Francesco Storace.
In testa, il paladino del piccolo schermo, quello stesso Marrazzo che appena occupato lo scranno di governatore del Lazio ha pensato bene, per prima cosa, di «rendere grazie» a supporters e fidati collaboratori. Come? Lo scopre il Giornale, dando un’occhiata alle prime delibere e mettendo semplicemente mano alla... calcolatrice.
Tra il 12 e il 19 maggio, il neo-presidente firma i primi atti. È solo l’inizio. In un batter d’occhio le commissioni consiliari da 14 passano a 21 (con il conseguente aumento di presidenti che dovranno disporre anche loro, come gli assessori, di auto blu con autisti a disposizione); il personale di segreteria da 137 passa a 177 dipendenti; i collaboratori, da 253 a 292; i superconsulenti (con compensi da 80mila a oltre 200mila euro) lievitano di 13 unità. La stima è che complessivamente gli stipendi «d’oro» facciano gonfiare il budget di spesa della Pisana di almeno il 30-40 per cento in più rispetto all’amministrazione uscente di segno opposto. Malumori e scontenti non si fanno attendere. Emanuele Macaluso, ex deputato Pci, ex direttore de l’Unità, non usa mezzi termini e lancia i suoi strali su un Piero Marrazzo più isolato che mai: «Il segnale del cambiamento - dice - c’è stato, ma in peggio».
Non basta al telegiornalista di «Mi manda Rai3» tornare sui suoi passi con una delibera dell’11 luglio, con la quale la giunta decide di «limare» alcuni stipendi, solo i più alti, quelli da 230mila euro. Decisione che, riferisce Panorama, «viene giustificata anche considerando l’opportunità, in coerenza coi principi di legalità e trasparenza, di introdurre un criterio più stringente al quale la giunta deve attenersi nello stabilire il trattamento economico dei responsabili delle strutture di stretta collaborazione e di estendere il criterio stesso al trattamento economico del segretario generale».


Tutti documenti, questo compreso, su cui ora la Corte dei conti dovrà indagare.

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