Sprechi, Regione Calabria paga al Pd le primarie

La norma voluta da Loiero dà contributi sino a 600mila euro Unica condizione per il rimborso: deve essere schierato il vincitore. Il Pdl: campagna elettorale con i soldi dell'erario. Il presidente uscente si ricandiderà

Sprechi, Regione Calabria  paga al Pd le primarie

Reggio Calabria - Dagli amici mi guardi Iddio, ai nemici ci penso io. Deve aver pensato così il governatore calabrese Agazio Loiero, quando ha deciso di spendere fino a 600mila euro per finanziare l’elezione dei suoi avversari alle prossime elezioni regionali. Già, perché dietro la scelta di «istituzionalizzare» le primarie per legge c’è un mondo di strategie, alleanze sotterranee e democristianerie del secolo scorso.

I fatti, innanzitutto. Nei giorni scorsi la Calabria ha approvato, con il voto contrario di Pdl, Idv e Comunisti italiani, il progetto di legge 387/8 dal titolo «Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione del presidente della Giunta regionale», primi firmatari lo stesso Loiero e il presidente dell’assemblea Giuseppe Bova (Pd).

La solita scusa di «restituire la sovranità ai cittadini», pronunciata da chi è coinvolto come Loiero in diverse inchieste giudiziarie, come peraltro la stragrande maggioranza dei consiglieri regionali, fa un po’ ridere. Ma la parte più divertente viene dopo: «Vogliamo favorire la partecipazione nei processi di selezione dei gruppi dirigenti, attribuendo un valore alla volontà popolare». Uno sforzo che costerà alle esangui casse della Regione «fino a 600mila euro» che serviranno a rimborsare partiti, eletti e amministrazioni che le indicono. Secondo l’articolo 14 della legge regionale, infatti, «gli oneri sostenuti dai comuni sono rimborsati dalla Regione, a seguito di rendiconto da presentare entro novanta giorni dallo svolgimento delle elezioni primarie». Ma la cosa più curiosa è che chi partecipa becca 50 centesimi «per ciascuna scheda votata in favore della rispettiva lista». Il tetto massimo è di 600mila euro, cioè 1,2 milioni di elettori. Più o meno gli aventi diritto di tutta la Regione. L’unica condizione è che il risultato delle primarie venga rispettato. E che cioè chi vince la gara a candidato governatore, partito per partito, venga effettivamente candidato. Oppure niente cauzione in denaro anticipata alla Regione e niente «quota di premialità» prevista.
«In questi anni Loiero ha fatto una campagna acquisti spregiudicata - denuncia il consigliere regionale Pd Franco Amendola - e questa riforma gli dà ancora più potere. Non è quello che serve alla Calabria». «Loiero ha regalato ai partiti una campagna elettorale anticipata e a spese dell’Erario - rilancia Santo Versace (Pdl) - regalando 100mila euro a quei partiti che ci stanno a farsi dettare le regole interne dalla maggioranza di sinistra».

A chi giova la riforma? I maligni dei due schieramenti sussurrano lo stesso nome: Loiero. Che nonostante i proclami in piena bufera giudiziaria di qualche anno fa (aveva giurato «non mi ricandido») si è già offerto, facendo arrabbiare il Pd e l’Italia dei valori. L’ex pm De Magistris, che lo ha indagato in alcune inchieste, scalda i muscoli e ha già chiesto di correre da solo, spaccando i dipietristi pro Loiero come il coordinatore regionale Idv Aurelio Misiti. Tra i democratici è scattata la faida in vista del congresso nazionale. Gli esponenti della mozione Franceschini (come Marco Minniti, stranamente non allineato a Massimo D’Alema) hanno già detto che se vince SuDario Loiero (che sostiene Bersani) è fuori.

Il Pdl dovrebbe puntare sul sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti, che gode di una buona popolarità anche nel resto della Regione. Ma questi ragionamenti, ormai, servono a ben poco. Perché in Calabria, grazie a Loiero, il vero potere ce l’hanno gli elettori.

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