La squadra che perde di 100 punti ma è il massacro degli innocenti

Diceva un misantropo inventato dal genio di Molière che anche se avete cento belle qualità la gente vi guarderà sempre dal lato più brutto. Succede a questo basket italiano che, fra oggi e domani, scoprirà se anche Milano e Roma, oltre a Siena, potranno vivere alla grande fra le 16 migliori dell'Eurolega. C'è ansia per l'Armani che, senza Finley, fuori per infortunio come Acker, dovrà fare un capolavoro al Forum questa sera per battere il Real Madrid di Ettore Messina che ha bisogno di tenersi il primo posto davanti ai campioni del Panathinaikos; ci sono perplessità su Roma a cui domani sera potrebbe non bastare il successo contro Lubiana se il Maccabi non andrà a vincere in Grecia sul Maroussi, ma la gente pensa alla Lottomatica per i 101 punti di scarto inflitti domenica ai bambini mandati in campo da Napoli per far diventare il campionato una farsa.
Insomma ci sarebbero mille motivi per occuparsi del cielo sopra questo gioco, cominciando dal sorteggio del 16 gennaio per l'Europeo dove l'Italia parte in quarta fascia, mai così in basso, ma la gente vuole proprio sapere come finirà questo pasticciaccio brutto inventato da Gaetano Papalia, laureato in giurisprudenza alla Bocconi di Milano, amministratore per molto tempo degli ippodromi di Napoli (Agnano), Roma (Tor di Valle), Firenze (Cascine), uno che ha puntato forte sul basket portando via la sua squadra, che l'anno scorso si era salvata a Rieti, un posto dove l'amavano davvero, ma dove, dice lui, per beghe politiche non gli avevano dati i quattrini promessi (ripete la stessa canzone con Napoli), un gruppo che si era inventato partite belle anche quando i giocatori scioperavano chiedendo regolarità negli stipendi, tentando di riaprire un discorso proprio nella Napoli che si era vista portare via tutto due anni fa, dopo il tracollo della gestione Maione, uno che nel 2008 aveva persino vinto la coppa Italia.
Dall'inizio si era capito che le cose non andavano bene: un bravissimo allenatore, il professor Marcelletti, messo alla porta quando aveva capito, dopo la prima partita a Siena, che la porta girevole era pericolosa da prendere in faccia perché i giocatori restavano due, tre settimane e poi se ne andavano dopo non aver visto i primi stipendi. Poi la caccia a «nomi famosi» per far capire che c'era la volontà di salvarsi, ma anche se Papalia dice di averci messo più di 700mila euro, la classifica segnalava soltanto disastri, con scarti abissali, meno che nella partita persa in casa contro Varese per un tiro da metà campo dell'ex Morandais.
Dopo le vacanze di Natale Napoli si è trovata senza giocatori: gli americani erano rimasti a casa loro, cercando altri posti di lavoro, in palestra due giocatori, uno sfacelo con l'allenatore Federico Pasquini deciso ad abbandonare, ma trattenuto sulla panchina perché i debiti accumulati, oltre agli 8 punti di penalizzazione per quote non versate come dicono i regolamenti federali, impedivano l'ingaggio del tecnico delle giovanili di Rieti a cui Papalia si è rivolto per finire almeno il girone di andata. I bambini, vittime innocenti di tanta spregiudicatezza, si sono divertiti la prima volta, ma poi hanno cominciato a guardarsi intorno smarriti e domenica a Roma hanno perso 138-37 contro la Lottomatica già piena di problemi e peccati e neppure al completo.
Chi tiene le statistiche ha parlato di record facendo tirare soltanto un sospiro di sollievo al maestro Gianni Asti, uno che i giocatori li costruiva davvero nel regno varesino della Robur et Fides, perché così veniva cancellato il 117-44 subito dalla sua Gamma, senza americano e senza il pivot titolare Guidali, contro il Simmenthal di Rubini alla fine del mese di gennaio, nel 1973. Quella Robur era un capolavoro locale e i suoi giocatori, Rodà, Crippa, Veronesi, Guidali e Gergati il rosso, furono acquistati dalla Mobilquattro Milano che sborsò un capitale usato poi dalla società varesina per costruire il suo centro in via Marzorati, non ancora il grande Pierluigi di Cantù a cui i tifosi vorrebbero dedicare invece una piazza in Brianza il prossimo anno.
Qui siamo invece alla farsa e senza paura del ridicolo se si risente il Papalia, che il presidente Dino Meneghin ha pubblicamente abbandonato («questo scempio deve finire, avevamo dato credito a chi poi ci ha soltanto deluso»), parlare di sistema da rifondare se si vuole un vero futuro (lui?) chiedendo di potersi ritirare, mantenendo il diritto in A2, magari da vendere al miglior offerente. Inaccettabile dicono a Roma. Ma resta la comica del campionato, quella dove per insulti al presidente di una squadra fantasma (da ridere e da piangere) Roma si è presa pure 2.000 euro di multa.

Quella dove la sventurata dozzina continuerà per altre 16 giornate a meno che la Lega non trovi un accordo interno prestando a Napoli i giovani che non giocano molto in serie A, pagandoli in proprio per non farsi seppellire da una risata.

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