SQUALI Incontro ravvicinato Effetti speciali in teatro

Al Nuovo la storia vera del fotografo Recchi: fu morsicato durante una caccia subacquea

SQUALI Incontro ravvicinato Effetti speciali in teatro

Squali in vista in piazza San Babila. No, non sono i manager o gli avvocati rampanti che attraversano il centro di Milano con le fauci aperte verso il prossimo affare. Qui si intendono i pescecani veri, ma non c'è nulla da temere, se non il rischio di diventarne vittime, come dire, sentimentali. Lui - l'autore e protagonista di Squali, in cartellone al Teatro Nuovo in questo senso vittima lo è da tempo. Tutto cominciò con un morso, ed è proprio un paradosso: la letteratura ha sempre evocato il temibile «bacio della morte», invece per Alberto Luca Recchi - fotografo subacqueo e viandante dei mari di tutto il mondo - si è trattato di un «morso della vita». Al punto che, ossessionato dall'idea di far conoscere le magie degli abissi e l'estremo appeal degli squali, si è inventato uno show da palcoscenico. Perché il pubblico dei documentari in tv non lo guardi negli occhi, mentre quello seduto in platea ti dà più soddisfazione. Il morso, dunque. «Avvenne 25 anni fa - racconta Alberto Luca Recchi -. Io ero, ahimè, un cacciatore, oltre che uno studente di giurisprudenza. Stavo allungando il braccio per prendere un'aragosta infilatasi in un anfratto e lui è spuntato: un enorme squalo, vicinissimo. Mi si è gelato il sangue nelle vene, ritraendo il braccio mi sono ferito, ho perso sangue e ho pensato: sono al capolinea. E invece era l'inizio di una nuova vita. Lo squalo mi è passato accanto, mi ha guardato con quell'occhio grosso come una pallina da ping pong, e se n'è andato. Il giorno dopo, ricucito, ero ancora lì sotto a cercarlo. Innamorato perso». Squali - scritto da Recchi insieme a Paola Conte - è una storia romantica, un racconto intenso che, in bilico tra autobiografia e fiction, svela magie e misteri del mondo subacqueo e smonta diversi luoghi comuni sugli squali. «Animali predatori ma timidissimi - spiega Recchi - Al mondo ne esistono almeno 400 specie, io ne ho viste solo la metà. Molti vivono a profondità precluse all'uomo, altri nuotano nelle acque dolci, come nel lago Tanganica. Lo squalo è prudente, è difficile scovarlo. Per studiarlo ci vuole più pazienza che coraggio». Lo show di Recchi approda al Teatro Nuovo dopo uno straordinario successo al Sistina di Roma: carta vincente, oltre al testo, gli effetti visivi, come le proiezioni in 3-D delle creature degli abissi. «Volevo trasmettere le sensazioni e i brividi dell'incontro con lo squalo - dice l'autore - Questo era il modo giusto per renderlo spettatore, ma al sicuro, all'asciutto». La storia è quella di un uomo che, per cercare gli squali in mare, rischia la crisi coniugale: una moglie gelosa (interpretata da Beatrice Luzzi) sulla terra ferma, una sirena che lo lusinga in acqua, e l'eterna canzone del mare come simbolo di libertà a fare da colonna sonora. «Uno spettacolo perfetto per le famiglie - conclude Recchi - affidato a un cast di giovani entusiasti. Quanto a me, ho imparato in fretta a recitare: dicono che me la cavo». Attore in missione temporanea, dunque. Poi si torna in acqua: «Il mare perfetto? Non esiste.

Può anche essere quello sotto casa. Ovunque succeda qualcosa: un pesce che mangia un altro, una riproduzione». O uno squalo che ti guarda negli occhi.
Squali
Teatro Nuovo 02.794026
Da martedì a sabato ore 20.45
Domenica ore 16

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