Stadio dell’Inter, Moratti accelera per evitare il conflitto d’interesse

Il presidente nerazzurro ha già individuato l’area in zona Pero. Il progetto a inizio 2006

Franco Ordine

«Non sono solo parole, ci sono anche i fatti». Nelle parole di Adriano Galliani, presidente della Lega calcio, pronunciate in coda a una delle tante assemblee della serie A che s’avvia a separarsi dalla serie B, c’è il senso solenne di un annuncio. Che vale per Milano e per le due legioni di tifosi. Inter e Milan, Milan e Inter sono sul punto di lasciare San Siro e di costruirsi un futuro diverso. «Ciascun club deve avere la sua casa» è lo slogan già confezionato su misura per l’operazione che si propone di realizzare due impianti distinti, uno per il Milan e l’altro per l’Inter. «In giro per l’Europa non esiste un solo caso, come il nostro a Milano, con un impianto utilizzato tutte le settimane e in qualche caso più volte a settimana» è l’incipit di Galliani che prende lo spunto dall’ultimo sorteggio di Champions league per definire le difficoltà legate allo scenario attuale. «L’Inter ha dovuto cambiare data per la partita in casa degli ottavi di finale contro l’Ajax per questo motivo» manda a dire. Perciò la trattativa con il comune di Milano per l’acquisizione di San Siro è finita su un binario morto: non se ne parla più da mesi.
Da mesi invece si lavora a progetti diversi. Molto diversi. «Lo stiamo facendo con un gruppo di imprenditori milanesi, specialisti nel settore, l’area non è stata ancora individuata» è il primo tassello fornito da Galliani che punta a ripetere dentro i confini di Milano, o nell’immediata periferia, lo stesso capolavoro di stadio ammirato a Gelsenchircken, l’Arena. «È il mio modello ideale, con un prato che si sposta sui binari, entra nello stadio prima della partita e poi esce prendendo pioggia, vento e luce durante il resto della settimana. E con l’opportunità di poter organizzare concerti senza provocare alcun danno alla struttura» è il successivo tratto del progetto che è già finito in un bozzetto e che può diventare, nel giro di qualche mese, un plastico. «L’unico punto interrogativo è rappresentato da procedure e permessi, dalla burocrazia insomma» è la sua ultima confessione sull’argomento.
Inter e Milan, attualmente soci nel consorzio di San Siro 2000, si muovono lungo percorsi diversi. Moratti, per esempio, ha già individuato l’area nella zona di Pero, servita dalle infrastrutture del nuovo polo fieristico. «L’impianto prenderà il nome dallo sponsor, oggi gli impianti vivono di pubblicità» aggiunge ancora Galliani. San Siro conserverà in esclusiva il ricordo del mitico Peppino Meazza. Sarà l’unico privilegio. L’Inter sta provando ad accelerare nella stessa direzione. Sul tavolo di Massimo Moratti è pronto uno studio di fattibilità che deve essere licenziato nelle prime settimane del 2006. I nerazzurri, più del Milan, vogliono bruciare le tappe. Ed evitare di finire nella trappola infernale di un diabolico conflitto di interessi.

Accarezzato da chi pensa di utilizzare il nome di Letizia Moratti, prossimo probabile sindaco di Milano, contro Massimo Moratti, suo cognato. Insomma il presidente nerazzurro preferisce affrettarsi a chiedere permessi e concessioni per evitare di doverli domandare poi a sua cognata.

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