Franco Ordine
«Non sono solo parole, ci sono anche i fatti». Nelle parole di Adriano Galliani, presidente della Lega calcio, pronunciate in coda a una delle tante assemblee della serie A che savvia a separarsi dalla serie B, cè il senso solenne di un annuncio. Che vale per Milano e per le due legioni di tifosi. Inter e Milan, Milan e Inter sono sul punto di lasciare San Siro e di costruirsi un futuro diverso. «Ciascun club deve avere la sua casa» è lo slogan già confezionato su misura per loperazione che si propone di realizzare due impianti distinti, uno per il Milan e laltro per lInter. «In giro per lEuropa non esiste un solo caso, come il nostro a Milano, con un impianto utilizzato tutte le settimane e in qualche caso più volte a settimana» è lincipit di Galliani che prende lo spunto dallultimo sorteggio di Champions league per definire le difficoltà legate allo scenario attuale. «LInter ha dovuto cambiare data per la partita in casa degli ottavi di finale contro lAjax per questo motivo» manda a dire. Perciò la trattativa con il comune di Milano per lacquisizione di San Siro è finita su un binario morto: non se ne parla più da mesi.
Da mesi invece si lavora a progetti diversi. Molto diversi. «Lo stiamo facendo con un gruppo di imprenditori milanesi, specialisti nel settore, larea non è stata ancora individuata» è il primo tassello fornito da Galliani che punta a ripetere dentro i confini di Milano, o nellimmediata periferia, lo stesso capolavoro di stadio ammirato a Gelsenchircken, lArena. «È il mio modello ideale, con un prato che si sposta sui binari, entra nello stadio prima della partita e poi esce prendendo pioggia, vento e luce durante il resto della settimana. E con lopportunità di poter organizzare concerti senza provocare alcun danno alla struttura» è il successivo tratto del progetto che è già finito in un bozzetto e che può diventare, nel giro di qualche mese, un plastico. «Lunico punto interrogativo è rappresentato da procedure e permessi, dalla burocrazia insomma» è la sua ultima confessione sullargomento.
Inter e Milan, attualmente soci nel consorzio di San Siro 2000, si muovono lungo percorsi diversi. Moratti, per esempio, ha già individuato larea nella zona di Pero, servita dalle infrastrutture del nuovo polo fieristico. «Limpianto prenderà il nome dallo sponsor, oggi gli impianti vivono di pubblicità» aggiunge ancora Galliani. San Siro conserverà in esclusiva il ricordo del mitico Peppino Meazza. Sarà lunico privilegio. LInter sta provando ad accelerare nella stessa direzione. Sul tavolo di Massimo Moratti è pronto uno studio di fattibilità che deve essere licenziato nelle prime settimane del 2006. I nerazzurri, più del Milan, vogliono bruciare le tappe. Ed evitare di finire nella trappola infernale di un diabolico conflitto di interessi.
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