
Spostare l'hotel lontano dalle ex scuderie, conservare la «memoria» degli 11 torrioni dello stadio «nella pavimentazione esterna o con panchine, aiuole, proiezioni luminose di sera o di notte in occasione di eventi», no a costruzioni più alte dell'impianto attuale, mantenere «gli elementi decorativi, le lapidi e le iscrizioni» se possibile in loco o negli spazi museali. La Soprintendenza pone alcune condizioni ma ritiene «ammissibile» il progetto del «San Siro bis» depositato da Milan e Inter. Se la vendita avverrà - come è tutto interesse del Comune e dei club - prima dell'11 novembre. Dopo scatterà il vincolo dei 70 anni sul secondo anello. Perché allora sarebbe ammissibile solo «l'alternativa 2», la ristrutturazione del Meazza. Si è chiusa ieri, nei tempi previsti, la Conferenza dei servizi preliminare sul «DocFap», il documento di fattibilità del nuovo stadio e della «cittadella commerciale e sportiva» che le società vogliono realizzare sui terreni oggi occupati dal vecchio San Siro. Il documento di 93 pagine, con i pareri dei diversi enti che hanno partecipato (da Regione a Mm, Arpa, Ats, Comune, Unareti, Enac ecc), è stato pubblicati on line. Quasi tutti sottolineano che «una valutazione complessiva potrà essere effettuata «solo a seguito dello sviluppo progettuale più puntuale», quando ci sarà un piano di fattibilità definitivo e, quindi, sarà convocata la Conferenza dei servizi decisoria. A quel punto, non si scappa: i «bisogna» prescritti dagli enti nei pareri saranno vincolanti e verificati. L'area quasi sicuramente sarà già passata di proprietà. Nulla di ostativo, dalle prime impressioni. Intanto, il parere preliminare era obbligatorio e consente al Comune di sedersi al tavolo di trattativa con le squadre e procedere con l'iter. Prossimi passaggi: conferma dell'interesse pubblico da parte della giunta entro il 30 giugno e impegno formale a siglare il contratto di acquisto entro il 31 luglio.
Il progetto dei club è «rimandato» sotto vari punti di vista. Anche dal Comune, in particolare, sul conteggio dei metri quadri di verde «vero» o sulla quota dei biglietti a prezzo «popolare». Il progetto, si legge nel parere della Rigenerazione urbana, raggiunge il 50% della superficie «ma considerando sia 5.448 mq di percorsi e spazi pubblici su podio che 10.436 mq di verde su pensile (tetti, terrazzi e podio). Devono essere implementate le superfici effettivamente permeabili» e «anche verso la parte ovest». L'hotel «potrebbe essere accorpato alla rifunzionalizzazione del Meazza per liberare spazio al suolo». Va previsto più verde profondo insomma. Per fare un esempio, non è tale quello «all'interno dei binari del capolinea del tram 16 o al di sopra delle aree destinate all'infiltrazione nel suolo». Tra i dubbi sollevati dal Comune c'è la dotazione di parcheggi, «dovrà essere verificata in sede di istruttoria». Preoccupa anche impatto del cantiere, 8 anni di lavori previsti dai club per realizzare l'intero progetto: «Va garantito il rispetto dei tempi della rifunzionalizzazione, anche implementando il cronoprogramma e prevedendo step intermedi relativi alla fase istruttoria e approvazione del piano attuativo prima della messa in esercizio del nuovo stadio», per evitare ritardi. E vanno integrati nelle successive fasi: costo di costruzione e oneri di urbanizzazione generati dall'intervento, l'ammontare complessivo delle opere a scomputo, il costo di demolizione e rifunzionalizzazione, i costi di bonifica. Dubbi sullo spostamento del tunnel Patroclo e il Demanio esclude 1000 mq di aree che non erano comprese nel prezzo. La Direzione Sport chiede di garantire all'interno dello stadio l'attuale «numero di posti riservati alle fasce meno abbienti» e riservare il maggior numero di posti di lavoro nel nuovo impianto e nel mall «a giovani e a chi esercita già attività di somministrazione durante gli eventi». Anche il giudizio di Arpa sull'impatto climatico è rimandato: è ancora troppo generico.
Regione sottolinea che «a causa dell'attuale livello progettuale» mancano «elementi importanti» come «uno studio approfondito del traffico, essenziale per dimensionare correttamente i parcheggi», anche la questione del centro commerciale sarà «approfondita nelle successive fasi» perchè «non è chiaramente definita la dimensione dello store», sopra i 10mila mq potrebbe essere necessario un accordo di programma. Unareti impone «una nuova cabina primaria di 3mila mq per supportare i consumi energetici».
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