
«Non vedo criticità insormontabili». Il sindaco spera che «sia la volta buona perché è un lavoro infinito». Si parla del nuovo stadio di San Siro e quindi di una telenovela iniziata almeno nel dicembre del 2018 quando Beppe Sala dichiarò per la prima volta che «demolire il Meazza non è un tabù». Ora fissa i tempi della vendita del vecchio stadio e delle aree intorno a Milan e Inter. Due giorni fa si è chiusa la Conferenza preliminare dei servizi, nelle prossime settimane i club risponderanno alle osservazioni sollevate dai vari enti coinvolti - da Regione ad Arpa, Comune, Municipio 7, Enac, Unareti ecc -, in vista della Conferenza dei servizi decisoria. «A giugno tendenzialmente ci sarà anche un passaggio di giunta» spiega Sala, voterà l'interesse pubblico alla proposta di acquisto, quindi la firma dell'atto di vendita entro il 31 luglio e «firmeremo il rogito ad agosto o settembre. L'obiettivo rimane la cessione entro l'estate». Anche (anzi soprattutto) per evitare che scatti il vincolo sul secondo anello, la Sovrintendenza ha fissato anche in Conferenza dei servizi la scadenza all'11 novembre. «Pensavamo fosse anche un po' prima quindi bene così» dichiara Sala.
Non ci sarebbero difficoltà insormontabili, è il clima che trapela anche dai club, ma alcuni «punti da risolvere» sì, anche se il sindaco ribadisce che non le definirebbe «criticità». Innanzitutto, «bisogna capire come sarà strutturata la società veicolo che acquisirà» il Meazza e le aree, «dobbiamo rispettare la Legge Stadi che dice che i benefici di questa operazione devono rimanere sulle squadre, ha proprio il senso di rafforzare patrimonialmente le squadre, quindi va analizzato bene questo aspetto. Questo è il requisito minimo, ovviamente ne stiamo discutendo con le società e l'intenzione è di fare le cose per bene, tutto deve essere molto trasparente quindi va analizzata bene la cosa». Secondo aspetto (o «il vero tema» come sottolinea) è il posizionamento dello stadio: il Municipio 7 ha chiesto di aumentare la distanza dai caseggiati di via Tesio, incrementando la distanza da 54 a 74 metri. «Spostare il più possibile lo stadio per dare meno fastidio alle case vuol dire rischiare di andare a sovrapporci al tunnel Patroclo, e quindi bisognerà investire. Stiamo vedendo, sono aspetti tecnici». C'è poi «un problema credo non rilevante di bonifiche ma è da definire», club e Comune tratteranno sulla spesa, infine il parere presentato proprio dal Comune che mette l'accento sul verde «finto», non calpestabile. Nel conteggio per arrivare al 50% rispetto al totale dell'area, si legge, «sono state incluse porzioni che per le specifiche caratteristiche non potranno essere fruibili», come i 5.448 mq di «percorsi e spazi pubblici su podio» o i 10.436 mq di «verde su pensile (tetti, terrazzi e podio)».
C'è «una parte di verde non profondo nel calcolo - afferma Sala - ma va valutata e compresa bene la cosa, come sempre» bisogna anche vedere «quando si può fare perché non devono esserci sottoservizi che lo ostacolano». Sul nuovo stadio anche il governatore Attilio Fontana si è detto «contento che le cose vadano avanti».
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