
"Parlare di coraggio al singolare è offensivo e significa che i mea culpa delle ultime settimane sulla collegialità delle scelte forse non sono ancora stati fatti propri". La capogruppo del Beatrice Uguccioni alza la voce con il sindaco dopo che sul palco della Leopolda a Firenze, strizzando l'occhio a Matteo Renzi su una "convenzione riformista" da costruire in vista delle prossime Politiche ("se si muove qualcosa, io ci sono") si è definito "coraggioso su San Siro, ho visto il problema sul tavolo e non mi sono girato dall'altra parte". Uguccioni, con un lungo post sui social, sottolinea invece che la partita sul finale è stata gestita e chiusa dalla vicesindaco Pd Anna Scavuzzo e dal Consiglio: "Vorrei dire una cosa al sindaco che dalla Leopolda ha parlato di coraggio. Coraggio non è mancanza di paura, ma capacità di governarla. Nelle ultime settimane, per ragioni diverse e legittime, è stato il Consiglio insieme alla vicesindaco a dover affrontare questa situazione". Il passaggio su San Siro "è stato indubbiamente ostico e ha lasciato un segno profondo nella maggioranza". Il verde Carlo Monguzzi è già uscito dalla maggioranza, il capogruppo Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara decideranno dopo l'assemblea convocata con gli iscritti milanesi domenica. Ringrazia "il gruppo Pd tutto, chi ha votato a favore e chi contro", i 3 dem Giungi, Pantaleo e Turco, "per il livello di approfondimento e per il livello alto che abbiamo tenuto nel dibattito fra noi, cercando di rispettarci e ascoltarci. Lo abbiamo fatto perché non pensiamo singolarmente ma sappiamo di far parte di una comunità politica". Ecco perchè "è offensivo che Sala abbia parlato al singolare" e "la questione per i mesi che abbiamo a davanti è una sola. Non è solo questione di toto nomi o di rimpasti, al Pd sta a cuore un cambio di passo sul metodo. Serve maggior ascolto fra noi. Serve ascoltare i consiglieri comunali e di Municipio. Non è possibile fare diversamente. Non accetteremo che sia diverso da cosí". Qualche ora prima, una bordata era arrivata dal capogruppo regionale del Pd Pierfrancesco Majorino, tra i nomi in pole per il dopo Sala. Dopo l'"aiutino" di Forza Italia su San Siro il sindaco aveva dichiarato che anche "il tema dell'urbanistica, va risolto a livello nazionale. Se Fi vuole partecipare a una riflessione io sono totalmente favorevole". Letizia Moratti per prima aveva lanciato un "patto", su stadio e urbanistica. Majorino chiude totalmente: "Ne penso il peggio possibile. Sul Salva Milano mi pare che siamo al surrealismo. Ci siamo già salvati all'ultimo miglio come Pd (grazie ai i senatori) dal fare un gigantesco pasticcio. Ci manca solo che qualcuno pensi di ritentare. Sulle questioni urbanistiche e abitative la città ha bisogno di una svolta radicale per condizionare davvero i poteri legati al mattone. Che devono restituire molto di più (a partire da una netta e non ancora avvenuta rivisitazione degli oneri d'urbanizzazione) alla città".
E Sala ieri sui Verdi ha ribadito che "se decidono di rimanere sono senz'altro i benvenuti, nessuno chiede abiure, chiedo però di sentirsi parte della maggioranza. Spetta a loro decidere, altrimenti vedremo un po' come organizzarci". Azione reclama un posto in giunta: "Possiamo ragionarci, è una riflessione che vorrei fare anche con Pd e ovviamente con me stesso come rappresentante della mia lista". Per il capogruppo FdI Riccardo Truppo "siamo all'ennesimo stallo alla messicana tra Sala e maggioranza, con l'avvicinamento delle elezioni sarà sempre peggio". Il segretario provinciale della Lega Samuele Piscina attacca: "Mentre Pd e Sala continuano a litigare i veri problemi, sicurezza e degrado, restano irrisolti". E scintille anche ieri in Consiglio tra Azione e Pd-Verdi sulla mozione dei Verdi che chiede al sindaco di interrompere i rapporti con Israele a partire dal gemellaggio con Tel Aviv.
Monguzzi ha esposto la bandiera palestinese al centro dell'aula. Al momento del voto salta il numero legale e scatta la protesta pro Pal nel pubblico: "Dimissioni, vergogna, Palestina libera". Nel turbillon della giornata, Carmine Pacente esce da Azione e passa al gruppo misto.