Uno stadio pieno di bambini: è la festa del rugby

Uno stadio affollato all’inverosimile, tutto esaurito da giorni, 80mila persone a riempire gli spalti, tantissime famiglie, mille e 300 studenti lombardi e una cinquantina di bambini abruzzesi, che hanno partecipato al progetto «Scuole in meta» un tifo da calcio per uno sport che a Milano di solito non gode di tanta attenzione. Alla Scala del calcio va in scena il Sei Nazioni di rugby: la nazionale azzurra affronta i neozelandesi «All Blacks», i più temuti nel mondo della palla ovale. Per Milano è un onore ospitare i giganti neozelandesi che da trent’anni non mettevano piede in città. Vedere per credere: dall’annuncio della realizzazione di stadio da rugby al mega schermo in Duomo alla performance culinaria al ristorante dove top model hanno sfidato giocatori al top per far conoscere al grande pubblico le meraviglie della cucina oceanica.
Fuori dal Meazza canti, urla e folklore tra parrucche tricolore, volti dipinti, maglie delle squadre di rugby di tutta Italia, e dall’altra parte del globo. C’è chi, come Damien, 45 anni, chef a Philadelphia, che ha comprato i biglietti ad aprile per seguire la sua nazionale con la moglie, «estasiato dall’atmosfera dello stadio e dal calore degli italiani». Anche i giganti «tutti neri» sono rimasti impressionati dall’atmosfera milanese: «Sarà davvero emozionante giocare davanti a 80mila tifosi». Parola del capitano Sooialo.
Parterre de roi in tribuna: ci sono i calciatori Leonardo, Borriello, Nesta, Flamini, il presidente Galliani, Billy Costacurta, Jury Chechi, l’olimpionico Antonio Rossi, l’ex azzurro di basket Gianmarco Pozzecco e Jonah Lomu, giunto appositamente da Marsiglia per rivedere i suoi ex-compagni All Blacks, che oggi farà il suo esordio nel campionato transalpino. E ancora Martina Colombari, Clarence Seedorf a bordo campo, Bobo Vieri, Paolo Maldini, Del Piero, Piergianni Prosperini, assessore regionale allo sport, il suo omologo in Comune Alan Rizzi, l’assessore alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory.
A fare gli onori di casa il sindaco Letizia Moratti, che indossa la maglia nera con il numero uno che i neozelandesi le hanno regalato giovedì, quando ha assistito agli allenamenti. Pantaloni neri sportivi, giacca di pelle, maglia nera Letizia Moratti si entusiasma, segue la partita con attenzione, si agita, tifa, s’indigna quando l’arbitro non concede una meta agli azzurri - «quella meta tecnicamente era nostra, era meritata» - forse «imboccata» dall’allenatore della nazionale seduto accanto a lei. Sorridente, veramente divertita della situazione, dall’atmosfera che solo un Meazza affollato all’inverosimile sa regalare, dalle famiglie e dai bambini.

Così ieri si è consumato - udite udite - il battesimo dello stadio per Letizia Moratti, che a San Siro dovrebbe essere di famiglia come la cognata Milly. Il sindaco, però, recupererà il tempo perduto e tornerà di nuovo allo stadio, si è lasciata scappare.

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