Dalla Stamperia alla villetta. Ora l’occupazione è di lusso

L’edificio di via Giannone era stato liberato solo 48 ore fa. Ieri gli anarchici hanno preso una palazzina con giardino

Sgomberati da via Giannone 8 appena 48 ore prima, gli anarchici della «Stamperia» hanno passato un paio di notti in silenzio e ieri hanno dato il buon giorno alla Digos con una occupazione vera, quattro fasulle e una annunciata. Non solo ma hanno lanciato due nuovi appuntamenti, presidio e corteo, in tribunale e a San Vittore.
Non sono molti gli anarco-insurrezionalisti milanesi, ma compatti e ancora più combattivi, protagonisti indiscussi degli ultimi incidenti il 28 gennaio ad Assolombarda e il 6 febbraio ad Arcore. Il loro nucleo storico si forma attorno al «Lab Zero» in Ripa Ticinese 83 dove rimangono indisturbati fino allo sgombero del 14 giugno 2010. Cui segue lo stesso giorno l’invasione di via Savona 18. Sfrattati il 14 ottobre, dopo quattro giorni ricompaiono in via Giannone 18, da dove vengono cacciati lunedì 14.
La polizia denuncia 33 persone, tra cui francesi, inglesi, argentini ed egiziani, gli altri chiamano i «compagni alla lotta» senza grosso successo, il loro atteggiamento aggressivo e tracotante li ha ormai isolati dal resto del movimento antagonista. Pertanto attestati di solidarietà tanti, ma presenza in piazza poca. Nel pomeriggio provano una prima manifestazione racimolando cinquanta persone con cui tentano di raggiungere la questura ma vengono bloccati in via Statuto e quindi manganellati in largo La Foppa quando aggrediscono un cameraman. La sera tentano un’altro corteo, arrivando a settanta, ma vengono subito circondati dalle forze dell’ordine. Mentre una piccola delegazione di «solidali», vale a dire emissari di altri Centri sociali, osservano pigramente dal marciapiede. Dopo aver strillato per un’oretta circondati dagli agenti, sciolgono la brigata e si rituffano nell’anonimato.
Due notti di silenzio poi ieri mattina intorno alle 9 il primo annuncio in rete «Abbiamo occupato in via Brunetti 16» cioè una civettuola villetta a due piani circondata da giardino. Poi è tuto un ricorrersi si notizie, smentite, conferme con occupazioni in via Teocrito 3, traversa a metà di viale Monza, via Boffalora alla Barona, via Quarti 4 a Baggio e in via Tremone, una via che neppure esiste. O meglio scritta senza la «o» finale è una parolaccia pugliese, dunque chiaro riferimento alle origini del vice sindaco Riccardo De Corato, nemico giurato dei centri sociali. Che ieri è puntualmente intervenuto auspicando l’immediato sgombero della villetta e denunce rapide e ancor più rapide condanne. «La cura contro le occupazioni croniche si chiama rinvii a giudizio. Finché non scatteranno i processi e le condanne i centri sociali abusivi continueranno a contare sull’effetto impunità».

Una sfida subito raccolta dagli anarchici che lanciano già i prossimi appuntamenti: «Oggi alle 16 presidio studentesco in Tribunale contro manganellate e denunce, sabato alle 17 assembramento sotto san Vittore, a seguire corteo per gli spazi contro gli sgomberi».

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