«Senza una sede non posso lavorare, sono pronto a dimettermi. Devoandare ai giardinetti? Se in tre giorni non si risolve il problema me ne vado». Essì che l’amministratore delegato della società Expo, Lucio Stanca, se lo aspettava («è durissima - ammette - ma stiamo lavorando al più grande evento internazionale per l’Italia, mica organizzando un pic nic). Che però il consiglio di amministrazione convocato per decidere la sede che ospiterà la macchina organizzativa convocata per 4 ore finisse dopo due ore e mezza con due su cinque membriche abbandonano la seduta e una bufera di polemiche, forse era oltre ogni previsione. Palazzo Reale sì o no, questo è il problema.
Venerdì scorso la giunta comunale ha votato una delibera per concedere alla società Expo circa 2mila metri quadri di superficie al costo di 1,150 milioni di euro l’anno per quattro anni. Un prezzo «congruo,ai livelli di mercato», lo ammette anche il consigliere leghista rappresentante del Tesoro, Leonardo Carioni, che per primo ha acceso la miccia e abbandonato la riunione. Essendo il Comune socio col 20per cento del capitale, «non si capisce perché la Provincia (socio col 10%, ndr.) abbia votato all’unanimità econunamozione bipartisan la concessione gratuita di Villa Schleiber, e il sindaco Morattinon possa fare lo stesso passo con Palazzo Reale.
Ho chiesto di congelare la votazione e lavorare in questa direzione». Trova ovviamente sponda nel rappresentante di Palazzo Isimbardi, Enrico Corali, che si alza dal tavolo 5 minuti dopo. Non prima di ascoltare la minaccia di dimissioni di Stanca, perché «almeno su questi passi mi aspetterei l’unanimità, siamo già in ritardo di un anno e se ci si divide anche su questi temi accumuliamo ritardo a ritardo». Certamente, altri tre giorni. Per giovedì alle 17 è riconvocato il cda, nel frattempo l’ad e il presidente Diana Bracco vedranno se dal Comune può arrivare un’offerta più conveniente. Concedendo gratis gli spazi in realtà Palazzo Marino rischierebbe di esporsi ancora una volta al giudizio della Corte dei Conti. Già affittando a privati potrebbe incassare ben più del milione previsto per la società Expo. Dalla Regione arriva la mediazione: pagare al Comune l’affitto richiesto e cercare di «recuperare» poi la spesa in una secondo tempo, da voci di spesa diverse.
Ma Stanca è furioso: si tratta di «strumentalizzazioni politiche», sostiene riferendosi ai rappresentanti di Lega e Provincia, «facciamo passare questa campagna elettorale, perché se si attacca me si attacca l’Expo e io lo voglio proteggere». E già disegna il finale: «Entro giovedì rivaluteremo anche l’ipotesi di Villa Schleiber a Quarto Oggiaro ma dico già che è escluso, troppo periferica. O abbiamo condizioni migliori, o andiamo comunque a Palazzo Reale a un canone che tutti comunque hanno considerato equo».
Dal Canada dove si trova in missione istituzionale il governatore Roberto Formigoni invita alla calma tutte le parti, ad compreso: «Expo è un grande evento e c’è bisogno per la società di una sede adeguata. Non mi sembra però il caso di sollevare un problema. Bisogna cercare la soluzione attraverso la partecipazione di tutti e se c’è bisogno di un paio di giorni di riflessione si prendano».
Un’altra questione è stata rinviata a giovedì, e promette altre scintille: l’ad ha chiesto di far approvare una clausola al suo contratto che gli assicuri il bonus variabile di 150mila euro all’anno - oltre ai 300mila già pattuiti - anche se gli obiettivi non venissero raggiunti per ragioni non direttamente imputabili alla sua responsabilità. «È come se il presidente della Ferrari pretendesse il premio se la scuderia non ha vinto per colpa dei meccanici», tuona Carioni. Ma Stanca difende la scelta: «Non vedo perché dovrei pagare io le conseguenze se mi si mette in condizione di non raggiungere gli obiettivi».
Via libera già ieri invece almeno ai compensi per il team che affiancherà Stanca («6-7 persone, età media 46 anni e tutti italiani»).
Il tetto degli stipendi è «medio-basso rispetto al mercato». Va da un minimo di 90mila ai 240mila euro lordi all’anno per i vertici. Almeno su questo punto l’unanimità è arrivata senza discussioni: l’ex ad in pectore Paolo Glisenti aveva proposto 400mila euro per i top manager.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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