La stangata di Nichi: a poveri e disoccupati curarsi costerà di più

Prima le tasse, poi il ticket. Nel senso che dopo aver aumentato l’addizionale Irpef, la Regione Puglia guidata dal leader di Sel Nichi Vendola (nella foto) ha pensato bene di tagliare in parte l’esenzione prevista per visite ed esami specialistici. Il provvedimento riguarda lavoratori in mobilità, cassintegrati e inoccupati appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro. La scelta di dare una sforbiciata alle esenzioni, fermo restando che rimangono in vigore quelle stabilite dalla legge statale, è stata più o meno obbligata per tentare di arginare la cascata di debiti che incombe da queste parti sulla sanità e per adeguarsi al piano di rientro. La Regione si difende, e fa sapere in una nota che la modifica «si è resa necessaria dopo il ricorso presentato dalla presidenza del Consiglio dei ministri alla Corte costituzionale». Tuttavia il caso rimane.

Tanto più che in Puglia non si sono ancora spente le polemiche per il primo ritocco vendoliano, quello sull’addizionale Irpef formalizzato proprio il giorno dopo la chiusura delle elezioni amministrative, a poche ore dalle immagini che raccontavano il tripudio del governatore in piazza del Duomo per l’incoronazione di Giuliano Pisapia come sindaco di Milano.

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