«Stangatina» per Apple Multa da 900mila euro

Una multa da 900mila euro per Apple. In termini puramente finanziari è come se l’Antitrust, che ha deciso la sanzione, avesse sparato a un elefante un colpo di fucile caricato a elastici. Roba da solletico. Con la Commissione Ue, per esempio, potrebbe andare decisamente peggio: se Bruxelles accerterà che il gruppo di Cupertino e Samsung stanno usando la guerra legale dei brevetti per ledere alla libera concorrenza, la pena potrebbe toccare i 10 miliardi di dollari, il 10% del fatturato globale. Ma ciò che più pesa nella sentenza dell’Authority guidata da Giovanni Pitruzzella non è tanto il danno economico, quanto la motivazione: «pratiche commerciali scorrette». Un colpo duro per un’azienda che ha fatto del customer care uno dei propri tratti distintivi. E invece, no: adesso anche la fedina commerciale del gruppo della mela morsicata non è più così immacolata. Colpa di una gestione un po’ troppo disinvolta delle garanzie sui prodotti.
In base alla ricostruzione dell’Antitrust, tre società Apple (Apple Sales International, Apple Italia Srl e Apple Retail Italia) non informavano in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del consumo. In pratica, veniva assicurata solo la garanzia convenzionale del produttore, che vale un anno. Non solo. Una seconda pratica ha stabilito che la scarsa trasparenza sulla durata della garanzia era tale da indurre i clienti a sottoscrivere «un contratto aggiuntivo» a pagamento anche per il periodo di garanzia legale gratuita prevista dal Codice del consumo. Le sanzioni sono pari a 400mila euro per la prima pratica e a 500mila per la seconda.

Per la prima pratica, l’Autorità ha praticato uno «sconto», grazie alle modifiche adottate dalle società che permettono una migliore informazione alla clientela. Soddisfatti, ma non del tutto, i consumatori: su Apple pende la spada di Damocle di una class action.

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