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Stanno per seppellirla nel cimitero di Aprilia ma si accorgono che il posto è occupato

Carabinieri al cimitero comunale di Aprilia. Muore all’invidiabile età di 95 anni, ma quando sta per essere sepolta gli operai trovano il suo posto occupato. Davanti agli occhi di parenti e amici l’agghiacciante scoperta di un’altra bara, seguita, a qualche metro di profondità, da un secondo feretro di un altro sconosciuto. È accaduto venerdì pomeriggio nel camposanto comunale del viale dei Cipressi, in provincia di Latina. Teresa C., classe 1914, è da pochi giorni passata a miglior vita nella sua abitazione in una frazione di Ardea. Le sue ultime volontà, però, sono quelle di essere tumulata ad Aprilia per riposare accanto al marito. Perlomeno nello stesso cimitero. «E così sia» dicono i familiari che in meno di 24 ore organizzano messa e corteo funebre. Destinazione il campo a terra in una delle isole destinate alle inumazioni della cittadina pontina.
Sono passate da poco le ore 16 quando, davanti a una cinquantina di persone afflitte, il braccio meccanico dell’escavatore urta una tavola di legno. È una vecchia cassa contenente i poveri resti di un defunto o di una defunta, non si sa. Qualcuno accusa un malore, altri imprecano contro gli addetti ai servizi cimiteriali. Fra le zolle di terra spuntano ossa umane: un femore, due tibie, parti delle costole. «Un errore» si giustificano gli operatori comunali, «provvediamo subito». La pala scava ancora cercando di rimediare al disastro. Di male in peggio. Spunta una seconda cassa corrosa dal tempo. I lavori per la realizzazione della fossa, finalmente, si bloccano. Partono le prime telefonate di protesta, interviene sul posto persino il direttore della struttura che cerca di calmare gli animi. Passa un’ora e, a quel punto, viene trovata una sistemazione alternativa per le spoglie della signora Teresa. «Hanno scavato una buca a qualche metro di distanza - commenta un parente - e così sono riusciti a collocare, speriamo definitivamente, la salma dell’anziana. Siamo choccati da quanto abbiamo visto. Prima ci hanno costretto ad assistere ai lavori di scavo quando avrebbero potuto eseguirli durante la mattinata. Poi siamo stati testimoni del modo in cui hanno esumato gli altri defunti. Possibile che nessuno sapeva che quel posto non era libero?».
Gli inquirenti, che hanno avviato un’inchiesta per accertare le identità dei due trapassati, si chiedono tra l’altro se la situazione sia un fatto isolato o meno. Ovvero se ci siano altre zone libere sulla carta ma occupate da vecchie sepolture.

Resti che avrebbero dovuto essere dissepolti da tempo e tumulati nei fornetti e che, invece, sono rimasti a terra. Su tutto l'inquietante ipotesi che i precedenti appalti per la ricollocazione dei cari estinti più di 10 anni prima non siano stati effettuati a dovere.

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