La stanza di Mario Cervi

Il 25 per cento di elettori ritiene di essere di sinistra e quindi più capaci, più preparati degli altri. In breve, di essere il sale dei Paese. Si ritengono ben rappresentati dal pci Bersani, laureato in Filosofia (come Ciampi), il cui programma per risolvere i nostri problemi consiste nell’imitare Catone invitando Berlusconi a dimettersi; dalla Rosy pulzella comiziante a Ballarò che espone la sua cattolica soddisfazione per il ferimento di B con una statuetta; dal giovanile dc Franceschini il quale afferma essere Berlusconi un vecchio rudere della politica; da un Rutelli la cui cultura si arresta al diploma liceale; da Veltroni fornito di diploma per manovrare una cinepresa; da D’Alema arrestatosi al primo anno universitario; da Fini pedagogo e Casini accecati da invidia, fini dicitori di ovvietà e via di questo passo. Costoro non hanno mai lavorato intellettualmente o manualmente, mai hanno argomentato programmi sostanziosi, credibili e attuabili. Non sarebbero capaci di gestire un negozio di frutta e verdura. Meritano un cenno gli innumerevoli barbuti e schiamazzanti ricercatori (del nulla) tesi solo alla sistemazione in ruolo. L’Italia, governata da tali pensose menti acculturate da scuole situate agli ultimi posti nelle classifiche mondiali, dovrebbe risorgere a nuova vita e competere con gente istruita in scuole calviniste ove non si copia, non si utilizzano cellulari collegati a suggeritori esterni, si è assoggettati a rigidi controlli che non tollerano esami di gruppo (ricordo del nostro ’68) e il merito, non la raccomandazione, è ritenuto l’unico elemento di giudizio.

Purtroppo anche il livello culturale opposto non è esaltante: Bossi sta imitando la Corea del Nord nel creare una dinastia con un coltissimo erede (degno del famoso marchesino Eufemio) omaggiato platealmente dai vari colonnelli verdi e certe comari dal colorito linguaggio non offrono alcun valore aggiunto.
Bogliasco (Genova)

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