PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviÈ vero, sul «caso marò» l'Italia ha fatto una brutta figura

Dalla padella alla brace. Il governo ha portato a casa i due marò, doverosamente, ma tardi e male, inguaiando nel contempo l'ambasciatore Mancini che già avrebbe perso l'immunità secondo la tristemente sperimentata giurisprudenza indiana. Ecco come Monti e i suoi ministri ponderano e anticipano le mosse vagliando tutti gli scenari possibili. Complimenti anche per la riconquistata credibilità del nostro Paese all'estero che tanto ci hanno strombazzato. Infatti la Ashton, responsabile della politica estera Ue, si è limitata ad auspicare una soluzione nel rispetto delle regole internazionali (come se Kerala le condividesse!) giudicando questa storia una «disputa Italia India» nella quale, dopo oltre un anno, ancora non metterà becco, né lei né l'Europa.
Milano

Caro Careggio, rispondendo a lei voglio rispondere anche ai tanti che per la questione dei marò mi hanno scritto. Dopo la decisione del governo italiano di non far tornare in India, allo scadere della licenza, Girone e Latorre un lettore mi aveva espresso la sua indignazione per il modo disinvolto in cui l'Italia aveva rinnegato una promessa formale. Replicai sostenendo, più o meno, che la totale liberazione dei marò doveva essere il fine supremo degli sforzi italiani, che quel fine era stato raggiunto e che se anche dovevamo pagare un prezzo per la mancanza di parola ne valeva la pena. Molti - alcuni cortesemente, come Giuseppe Magnarapa, altri in modo furibondo - se la sono presa con il mio pragmatismo un po' cinico. Mi ero pronunciato avendo a mente soprattutto il sollievo per il ritorno a casa dei marò. Ma sbagliavo. Adesso, di fronte alle conseguenze gravi e a volte umilianti del voltafaccia italiano, riconosco che i miei critici avevano ragione (e aveva ragione Mauro Della Porta Raffo bollando come comportamento da magliari quello della Farnesina e di Palazzo Chigi). Non io, che conto zero, ma i vertici politici e diplomatici dello Stato hanno agito, mi sembra, senza tenere nella dovuta considerazione i pro e i contro - anche o soprattutto morali - dell'operazione. Rimangono le valide affermazioni nostre sulla illegalità internazionale dell'azione indiana. Ma la lesione di un patto solenne rimane e anche l'Ue, chiamata a pronunciarsi, ha ricondotto la vicenda dei marò a un modesto contenzioso bilaterale. I marò sono al sicuro.

Non lo è la dignità nazionale.

Commenti