la stanza di Mario CerviCinismo e bugie sono da sempre ingredienti della vita politica

È un misto di Bruto (l'assassino di Cesare), Pinocchio (il bugiardo di Collodi), Hannibal (il cannibale che si cibava dei suoi simili). Renzi ha fatto fuori Letta, colpevole di non essersi inchinato al nuovo rais, nel peggiore dei modi, cinico e sprezzante. E sarebbe questa la Terza Repubblica? Per favore, ridateci quelli della Prima!
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Caro De Marchi, il cocktail storico-letterario cui lei fa ricorso per tratteggiare la personalità di Matteo Renzi è divertente e ha senza dubbio un fondo di verità. Il cinismo è un ingrediente della politica sempre presente, e non di rado utile almeno a chi lo pratica. Lo è anche la bugia. Angela Merkel ascese alla cancelleria tedesca rottamando il suo protettore Kohl. Per il piglio sbarazzino e a volte insolente Renzi ispira in molti più ammirazione che simpatia. Anzi a lei non ispira nemmeno ammirazione, ma solo rimpianto per i modi felpati della prima repubblica, nella quale i presidenti del Consiglio cambiavano di frequente in un Palazzo dalle porte girevoli ma frequentato sempre dalle stesse persone. Forse ha ragione lei.

Ma per un tempo infinito abbiamo deplorato il surplace d'una politica italiana propensa alla paralisi, per un tempo infinito abbiamo invocato lo svecchiamento, e adesso che Renzi s'impone alla sua maniera brutale rivogliamo i Mariano Rumor del passato? Siamo proprio incontentabili.

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