Barack Obama, l'uomo che riuscirà a fare agli Stati Uniti ciò che l'Urss non è stata capace di infliggere loro in tanti anni di Guerra Fredda, annuncia giulivo un prossimo accordo di pace con i talebani. Il presidente della più grande super-potenza del mondo non può scendere a compromessi con dei tagliagole solo per meritarsi un Nobel per la pace assegnatogli sulla fiducia, e non penso assolutamente che ciò fermerebbe gli attentati, anzi aumenterebbero vista la debolezza di chi, invece, dovrebbe fare la voce grossa. Persino i democristiani italiani, ai tempi del rapimento Moro, capirono che non si potevano fare patti con i terroristi... Non serve a niente andare poi a Berlino per imitare Kennedy, uno che non arretrò di un passo di fronte ai sovietici durante la crisi di Cuba.
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Caro Carlo, provo anch'io ribrezzo all'idea d'un negoziato con i feroci talebani. Ma non vedo come gli Stati Uniti e i loro alleati possano uscire dalla trappola afghana senza sacrificare - magari delegando il sacrificio soprattutto al governo di Kabul - un po' del loro legittimo orgoglio e un po' della loro dignità. Sarebbe strano che l'opinione pubblica italiana chiedesse a gran voce il ritiro del nostro contingente, anzi di ogni presenza militare Nato, e poi si indignasse per i compromessi che quel ritiro impone. Nixon, che era un repubblicano e non un democratico, fu costretto a chiudere nel modo più umiliante la guerra del Vietnam.
Charles de Gaulle, che era un generale animato da profondi sentimenti patriottici, si rassegnò a perdere l'Algeria nonostante l'opposizione di moltissimi francesi di Francia e di tutti i francesi d'Algeria. Diamo a Barack Obama le colpe che gli spettano. Ma senza dimenticare gli insegnamenti della storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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