C’è questo ragazzotto che sta andando da qualche parte in sella alla sua motocicletta, quando sente uno che gli sale dietro al volo: «Hei! Ma lei chi è?». E quello: «Vada vada, sono il presidente del Napoli. Non si preoccupi». Sgasata, dissolvenza, la motocicletta diventa un puntino nero, fine, regia di Aurelio De Laurentiis, seguono comparse e comprimari. «Avevo chiamato Beretta sui calendari e gli avevo chiesto di non fare le cose di nascosto. Quando ho visto Napoli-Milan dopo aver giocato a Manchester ho pensato a una follia.
Sono uscito, volevo andarmene, quel motorino è stato la mia salvezza». Adesso ci si chiede se per caso De Laurentiis sia da rivalutare, il calcio è strano, vinci e all’improvviso diventi uno che dice cose sensate. «Magari sbaglia tempi, modi e sembra che dica solo fantasie - dicono i suoi intimi -. Poi passa il tempo e c’azzecca». Massimo Moratti pacato e soft fino a un certo punto, chiedere al tifoso di Novara: «Io non scappo, capito!». Adesso, vigilia di Inter-Napoli, si parla della loro Santa Alleanza, uno è l’innovatore, l’altro il restauratore, ma è come nei film, a uno tocca una parte, all’altro un’altra. De Laurentiis ha davanti un deserto, Moratti una squadra campione del mondo da rimettere al suo posto. Uno discreto, l’altro estroverso: «Vi posso dire che ho fatto il tifo per il Napoli in queste serate di Champions - ha dichiarato Moratti -, perché è una squadra nuova in questa competizione, ha entusiasmo e trovo il loro presidente molto vivace e molto simpatico. Auguro tutto il meglio al Napoli». E il rimbalzo di De Laurentiis: «Moratti è persona di alta levatura, un amico. Sarebbe bella una finale tutta italiana con l’Inter.
In barba a Platini». Il presidente Uefa non deve sentirsi lusingato dalla citazione, però potrebbe servirgli il resto: «Via l’Europa league che non dà soldi, via anche la Champions che porta solo 5 miliardi. Facciamo un campionato europeo e fattureremo il doppio». Eppoi De Laurentiis ne ha tirati in piedi tanti: Confindustria, imprenditori, perfino l’Occidente intero: «Che non ha saputo cogliere la globalizzazione». Agli studenti dice: «Fate la rivoluzione, altrimenti che ci state a fare? Qui se non si fa la rivoluzione non si parte». Vuole portare a Napoli la F1: «L’ha proposta anche Roma, perché noi no?». Pensa a un film con Cavani, Lavezzi e Aronica, poi rifà il San Paolo, abbassa il terreno di gioco così fa sparire la pista d’atletica e ci mette i tifosi. Ma sa far gioco, si congratula con il City e il civilissimo tifo inglese e poi invita Platini a dare un’occhiata ai loro conti: «Qui che fine ha fatto il fair play finanziario con i 200 milioni spesi da Mansour?». E a poche ore dalla sfida con Moratti aizza Goran Pandev: «Torna dove è stato scaricato dopo due stagioni un po’ così, mi aspetto tanto da lui».
Gira la voce che sia come fra Galliani e Giraudo ai tempi d’oro, adesso ci sono loro due, meno manager più passionali. Dal prestito di Pandev al possibile arrivo di Hamsik o Inler, magari altro ancora: «Una trattativa per Lavezzi all’Inter? - risponde Moratti-. Beh, adesso volete sapere troppo». Vogliono la stessa cosa: «Il Napoli è nato per la Champions? Meglio l’Europa dello scudetto». «In Champions ho rivisto il carattere dell’Inter». Il momento quasi euforico del presidente Moratti, ha fatto passare in secondo piano perfino la pista caldissima di un probabile arrivo di Giampaolo Montali in società. «È molto in gamba - ha tagliato Moratti -, ma è qualcosa che ho letto anch’io sui giornali».
Gli intimi hanno già anticipato che qualunque sia l’epilogo di questa storia, l’arrivo di Montali non dovrà essere letto come la risposta del presidente alla curva che invoca un uomo forte in società: «Ma è stimato anche in Lega e in Uefa». Eccoli, tra poco saranno nemici: «Non ci siamo ancora sentiti. Ci incontreremo in tribuna - dice De Laurentiis -, per goderci lo spettacolo di Inter-Napoli». Telecamere puntate, magari ha un’idea e ci gira qualcosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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