Roma - Nel giorno delle pensioni arriva, per il governo, una doccia fredda nel pubblico impiego: le segreterie di categoria di Cgil, Cisl e Uil proclamano infatti lo sciopero generale di statali e dipendenti degli enti pubblici ed enti locali. La data dell’agitazione è stata fissata per il 1 giugno. Pochi giorni più tardi, il 4 giugno, sarà la volta degli insegnanti.
La questione è stata al centro di un incontro, a Palazzo Chigi, fra Romano Prodi e i ministri Nicolais e Padoa-Schioppa. Il mese scorso era stata raggiunta un’intesa per un aumento contrattuale di 101 euro medi mensili, legati parzialmente alla produttività, per un totale di 3,7 miliardi di euro, da stanziare in parte con la Finanziaria 2008. Mancano però le modalità per attuare l’accordo di aprile.
La decisione è giunta dopo l’ennesimo rinvio dell’incontro tra sindacati e governo sul contratto del pubblico impiego. «Nonostante gli accordi sottoscritti con il governo - spiega il segretario della Uil Pubblica amministrazione, Salvatore Bosco - non siamo ancora stati convocati per l’avvio della contrattazione con l’Aran (l’agenzia che rappresenta la controparte pubblica nei contratti). La richiesta di un incontro con il presidente del Consiglio Prodi - aggiunge il sindacalista - non ha avuto risposta. Inoltre, il ministro Nicolais aveva indicato per oggi (ieri, ndr) un incontro che però non c’è stato». La proclamazione dello sciopero, a questo punto, è stata inevitabile. «Siamo stufi di aspettare», dice il segretario cislino Raffaele Bonanni.
«Questo tira e molla sul pubblico impiego - spiega la «numero uno» dell’Ugl, Renata Polverini - svilisce la concertazione e rischia di condizionare negativamente le altre sedi di confronto». La Polverini si riferisce, evidentemente, al tavolo sulle pensioni, che ieri ha visto un avvio negativo a Palazzo Chigi.
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