«È stato davvero anticonformista»

Ci sono molti ginecologi che insorgono e l’Arcigay che accusa la Chiesa di essere moralmente responsabile della diffusione dell’Aids. Ma per Lucetta Scaraffia - storica e giornalista, membro del Comitato nazionale di bioetica - le reazioni indignate di molti al no alla contraccezione «artificiale» ribadito ieri da Papa Benedetto XVI «non sono altro che il frutto di un diffuso conformismo».
Anche Ratzinger ha ammesso che sono tanti i cattolici a non comprendere.
«Io credo che siano molte le persone che si lasciano influenzare dall’ambiente circostante, che lancia messaggi di tutt’altro genere. L’adesione alla «Humanae vitae» richiede coraggio e anticonformismo».
Ribadire il no a pillola e preservativo non le pare che confermi la scollatura della Chiesa col mondo esterno?
«Io trovo che la posizione del Papa sia legatissima alla realtà. Attualissima. Perché arriva dopo l’utopia della liberazione sessuale, la promessa di una felicità gratuita offerta a tutti che si è rivelata un fallimento».
Ma arriva mentre in alcuni Paesi si distribuisce la pillola del giorno dopo alle tredicenni a scuola.
«Il punto è che esistono metodi efficacissimi che non sono stati diffusi perché danneggiano le case farmaceutiche - quelli gratuiti - o perché non permettono l’amore libero - quelli naturali come l’Ogino-Knaus (il calcolo dei giorni, ndr) e il Billing’s (l’osservazione delle perdite)».
Li trova praticabili in una società frenetica come quella di oggi?
«Li trovo efficacissimi. Non è un caso che il Billing’s sia adottato in Cina per il controllo delle nascite».


Cosa pensa dell’ammissione del Papa: la Chiesa deve «accrescere gli sforzi» per far comprendere «la bellezza dell’amore coniugale»?
«Penso che Ratzinger si riferisca a una parte del clero che evita il problema perché sa di non essere capace di convincere i fedeli, che non ha la forza intellettuale di contrastare un’opinione pubblica così allineata».

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