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Lo Stato di New York dice sì alle nozze gay

New York è il sesto Stato americano ad aprire alle nozze gay, dopo Iowa, New Hampshire, Massachusettes, Connecticut e Vermont. La decisione con una maggioranza trasversale. Decisiva la pressione di Obama. Esultano Bloomberg e Lady Gaga. Il vescovo di New York: "Molto preoccupato"

Lo Stato di New York dice sì alle nozze gay

Washington - Senza nulla togliere all'economia e alle missioni militari in giro per il mondo - temi sempre cruciali, così come la lotta al terrorismo - è probabile che nella prossima campagna per le presidenziali americane giochi un ruolo importante il tema dei diritti gay. Il segnale è arrivato l'altra sera, quando Barack Obama ha partecipato a un Galà di raccolta fondi in un prestigioso hotel di Manhattan: 750mila dollari raccolti in appena un'ora. A fare da madrina alla serata l'attrice Whoopi Goldberg. A dire il vero il presidente non si è sbilanciato più di tanto, non ha mai pronunciato la parola che molti, presenti in sala, desideravano sentire: "matrimonio". Poi da Albany, capitale dello Stato di New York, è arrivata la notizia: il Senato ha approvato una legge che legalizza i matrimoni gay. Una vittoria per la comunità omosessuale. Arrivata - questa forse è la cosa più sorprendente - con un voto trasversale che ha visto quattro repubblicani schierarsi a favore del provvedimento e votare insieme ai democratici. New York diventa, così, il sesto e il più popoloso Stato americano ad aprire alle nozze gay, dopo Iowa, New Hampshire, Massachusettes, Connecticut e Vermont.

Le pressioni di Obama Il voto è arrivato dopo un lunghissimo negoziato in cui si era inserita la pressione di Barack Obama per un esito favorevole al provvedimento. Lo sguardo del presidente americano, infatti, è puntato ormai sul 2012, quando cercherà un secondo mandato presidenziale e l’atteggiamento della comunità gay potrebbe essere cruciale. Alla vigilia del voto parlamentare, Obama ha detto chiaramente, nel corso del Galà di New York, che "le coppie gay meritano gli stessi diritti legali di qualsiasi altra coppia nel Paese". Sul comportamento dei senatori ha pesato anche la posizione di Michael Bloomberg, sindaco della Grande Mela, che saluta il voto come uno "storico trionfo dell’eguaglianza e della libertà".

I primi matrimoni tra un mese Il provvedimento era già stato approvata dalla Camera dello Stato di New York e, dopo il sì del Senato, è stato firmato dal governatore Andrew Cuomo. Entrerà in vigore 30 giorni dopo la promulgazione:  le prime coppie gay potranno sposarsi a New York già quest'estate. L’approvazione della legge riflette il mutamento dell'opinione pubblica dello stato di New York rispetto alle unioni dello stesso sesso. Secondo un sondaggio del 2004 solo il 37% degli abitanti dello stato sosteneva il matrimonio gay mentre quest'anno il consenso è salito al 58%. 

Lady Gaga: non riesco a smettere di piangere "Non riesco a smettere di piangere". È quanto ha scritto su Twitter la cantante Lady Gaga. La si è sempre battuta per i diritti degli omossessuali, cantando, di recente, al concerto di Roma in occasione dell'Europride. Sempre sul social network la cantante americana di origini italiane ha scritto: "La rivoluzione è nostra, per combattere per amore, giustizia, uguaglianza. Rallegrati NY, e via con le richieste di matriomonio. Ce l'abbiamo fatta!!!".

Il vescovo di New York: deluso e preoccupato L’arcivescovo cattolico di New York, Timothy Dolan, si è detto molto dispiaciuto e preoccupato. "Il passaggio da parte del Parlamento di una legge che altera radicalmente e per sempre la storica comprensione dell’umanità del matrimonio ci lascia profondamente dispiaciuti e preoccupati" ha dichiarato l’arcivescovo Dolan.

Ripercussioni politiche E' difficile quantificare con esattezza quanto possa incidere il sostegno della comunità gay nelle prossime presidenziali. Di certo, al di là delle singole convinzioni personali, fa riflettere il fatto che una fetta consistente di esponenti repubblicani abbia deciso, ormai già da tempo - vedi Bloomberg (che in realtà su certi temi è sempre stato molto liberal) - di avere un atteggiamento molto più aperto e possibilista verso le rivendicazioni dei gay.

C'è da tenere conto, però, della componente ultraconservatrice che, a partire dai Tea Party, proprio non ne vuol sapere di fare certe concessioni... resta da capire chi riuscirà a prendere il sopravvento tra i repubblicani. 

 

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