In caso venisse avanzata una proposta in Consiglio di Sicurezza dellOnu per un riconoscimento di uno stato palestinese, gli Stati Uniti porranno il veto. Lo ha annunciato ieri il Dipartimento di Stato Usa. La nascita di uno stato palestinese, ha detto la portavoce Victoria Nuland, «può avvenire solo attraverso negoziati» e non con una iniziativa unilaterale. Pertanto, a «qualunque» iniziativa in tal senso che venisse sottoposta al Consiglio di sicurezza, «gli Stati Uniti opporranno il veto», ha detto ancora la portavoce, aggiungendo che la cosa «non dovrebbe sorprendere».
Intanto i palestinesi vanno avanti per la loro strada e allAssemblea generale dellOnu, fra pochi giorni, chiederanno ufficialmente ladesione alle Nazioni Unite dello stato di Palestina indipendente e sovrano accanto a un Israele confinato alle frontiere del 1967. Una campagna, che avrà il suo momento culminante davanti al consesso mondiale al Palazzo di Vetro il 20 settembre, è stata simbolicamente messa in moto ieri a Ramallah da una sfilata. Nonostante i tentativi di dissuasione da parte degli Stati Uniti e del Quartetto e la netta opposizione di Israele, il Comitato esecutivo dellOlp si è riunito insieme ai capi di tutte le componenti palestinesi a Ramallah con il presidente dellAnp, Abu Mazen, ribadendo la propria decisione di chiedere per la Palestina lo status di «194esimo stato membro delle Nazioni Unite», limitata dai confini del 4 giugno 1967 e con Gerusalemme Est come capitale.
Una scelta, descritta da un dirigente dellOlp, Azzam al-Ahmed, come «definitiva e irreversibile». Nella convinzione, ha scritto al termine della riunione il segretario generale dellOlp, Yasser Abdel Rabbo, che «arrivare a questo obiettivo favorirà il rilancio di un processo di pace serio e di nuovi negoziati, con il chiaro obiettivo di una soluzione con due Stati», entro i confini di prima delloccupazione israeliana della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza nella Guerra dei sei giorni.
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