(...) è amara, e limponente monumento, rimosso il 27 ottobre del 1989 dalla originaria collocazione davanti alla stazione marittima, fa brutta mostra di sé tra i rifiuti. Per tutti questi anni, la statua dedicata al duca di Galliera era rimasta sepolta in un magazzino comunale del servizio strade di San Quirico, ma da alcuni mesi è stata spostata a Bolzaneto, sballottata come un pacco postale dalle grandi dimensioni. Per fare compagnia al duca, Monteverde scolpì altri due personaggi: una donna nellatto di dispensare soldi, rappresentazione di Genova, e Mercurio alato col caduceo, protettore dei commercianti. Al fianco di queste imponenti figure spicca anche quella del giovane Raffaele De Ferrari, dal fisico prestante e con una mano sollevata ad indicare forse il mare della sua amata città. In tutti questi anni a nulla sono servite le mozioni e le interpellanze presentate in sede di consiglio comunale. Primo fra tutti a levare il velo su questo scandalo fu Franco Bampi, segretario del Movimento Indipendentista Ligure. Nel marzo del 1994 fece uninterpellanza allallora sindaco Sansa per venire a conoscenza di dove si trovasse il monumento in questione. «Seppi - racconta Bampi -, che la statua venne portata in un magazzino di San Quirico. Il Comune promise che una volta portati a termine i lavori della metropolitana a Principe, il monumento di Monteverde sarebbe stato ricollocato nel suo sito originario».
I lavori da tempo sono finiti, ma le promesse sono ancora tutte in «cantiere». «I giardini che sono stati costruiti davanti alla stazione marittima, intitolati ai caduti nei lager nazisti, adesso non sono certamente il luogo più adatto per la statua del duca di Galliera. Il Comune - continua Bampi -, quando e se deciderà di far tornare alla luce il monumento, dovrà anche pensare quale possa essere il sito più idoneo».
Sul basamento della statua, una lastra datata 1876 recita così: «Al mare amico, il patrio commercio ebbe vita e fortuna, intese con sollecito cuore la vasta magnificenza di Raffaele de Ferrari duca di Galliera, principe di Lucedio, ascoltando genio felice, superando i celebrati esempi degli avi». Una «vasta magnificenza» che è stata offuscata dal tempo, e soprattutto calpestata da unamministrazione che sembrerebbe far tesoro del verso dantesco: «Non ti curar di lor, ma guarda e passa».
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