Stazione Centrale: bivacchi e code, treni intasati fino a giovedì

«Niente posti in treno fino a giovedì per chi non ha ancora prenotato il biglietto». L’annuncio di Trenitalia arriva come una doccia fredda alle orecchie di chi è in fila in stazione Centrale dalle prime ore del mattino. «E adesso come facciamo?» si guardano in faccia due ragazzi diretti a Parigi, stravolti dall’attesa

Stazione Centrale: bivacchi e code, 
treni intasati fino a giovedì

«Niente posti in treno fino a giovedì per chi non ha ancora prenotato il biglietto». L’annuncio di Trenitalia arriva come una doccia fredda alle orecchie di chi è in fila in stazione Centrale dalle prime ore del mattino. «E adesso come facciamo?» si guardano in faccia due ragazzi diretti a Parigi, stravolti dall’attesa in piedi. Non sanno se ridere o piangere. Hanno già trascorso una notte in più in albergo, sforando il budget previsto ed ora dovranno trovare una soluzione alternativa. Come loro, altre centinaia di passeggeri che da ieri bazzicano tra gli sportelli della biglietteria, le macchinette automatiche e i binari cercando una via di uscita.
Niente da fare. Il via vai in Centrale sembra un’emorragia senza sosta. E a poco sono serviti gli inviti di Trenitalia a recarsi in stazione solo se diretti verso località nazionali. «Invitiamo tutti coloro che si trovano in aeroporto o che vogliono raggiungere località estere - si legge in un comunicato - a non recarsi in stazione alla ricerca di collegamenti ferroviari che o sono già esauriti o non esistono né sono attivabili. Non è infatti possibile organizzare treni straordinari dall’Italia verso l’estero». Eppure in tanti non perdono la speranza e sfidano la sorte. I gruppi di ragazzi trascorrono il tempo in bivacchi improvvisati, giocano con i Risiko in versione da viaggio, si organizzano in turni in coda per andare al bar o in bagno. «Prima o poi torneremo a casa» alza le spalle una ragazza di Barcellona. Venti volontari della Protezione civile ieri sera hanno distribuito 500 litri di tè e caffè, cioccolata, ma anche biscotti, barrette, succhi di frutta e altro per circa 500 persone in attesa di partire. Si è così fatto fronte alla chiusura alle 23 dei negozi interni alla stazione.
Trenitalia ha fatto il possibile: ha potenziato i Freccia Rossa tra Roma e Milano con sei nuovi treni, ha messo sui binari dieci treni ordinari in più, circa 6mila posti (corrispondenti a circa 50 voli). Ha previsto un treno in più per Parigi. Ma per tanti la strada verso casa è ancora lunga. Ieri pomeriggio da Milano è partito un treno per Chiasso, dove i passeggeri potranno trovare le coincidenze per Basilea, Zurigo e Ginevra.
Gli autonoleggio (quelli aperti) sono stati presi d’assalto ma le auto a disposizione già ieri scarseggiavano: molte erano infatti già state prenotate dai turisti del salone del Mobile. Un uomo d’affari, esasperato, ha cercato un taxi fino a Lione. Ha fatto i suoi conti ed ha deciso che tornare a casa in auto gli sarebbe costato tanto quanto rimanere a Milano altri due giorni in albergo per prendere poi un aereo con destinazione Lione. Il manager francese ha fatto una rapida ricognizione tra le auto bianche, si è informato e ha messo a confronto i prezzi per trovare l’offerta migliore. Ha chiesto a conoscenti e colleghi, ha fatto un giro di telefonate, ha provato anche a condividere il viaggio con qualcuno ma alla fine, all’ora di pranzo, è partito da solo. Meta: un paese vicino a Lione, distanza di circa 430 chilometri. Spesa pattuita, 650 euro.
In tanti vagano in stazione Centrale con dei cartelli artigianali appesi al collo, nella speranza di ammortizzare la spesa per il taxi o per il noleggio di un’auto: «Cerco compagni di viaggio per Basilea». O per Parigi, o per Anversa.
Fuori dalla stazione non mancano gli autisti abusivi che tentano il colpaccio e propongono «passaggi» ai turisti per le capitali europee. Chiedendo anche mille euro, ovviamente in nero.

Ma gli stranieri che abboccano sono pochi. Piuttosto preferiscono allungare di qualche giorno il loro soggiorno milanese. Chi si può far ospitare da parenti e amici non ha dubbi. Quelli che stanno in albergo fanno i loro conti.

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