da Milano
Stella Artois «si beve» Budweiser, e la più americana delle birre, la preferita di Homer Simpson, diventa belga. Il colosso europeo InBev mettendo le mani su Anheuser-Busch, il produttore della Bud, con unoperazione da 52 miliardi di dollari, si è portato a casa unazienda, ma anche un simbolo della cultura statunitense: tutto questo con 70 dollari per azione, dopo un braccio di ferro durato circa un mese, e nonostante il rallentamento delle operazioni di fusione e acquisizione causato dalla crisi del credito. A nulla sono servite le proteste arrivate da più parti, persino dallambiente politico. Attualmente, una birra su due venduta negli Stati Uniti è una Bud, ma il nuovo gigante delle «bionde» di americano avrà ben poco: la società si chiamerà Anheuser-Busch InBev e nel cda siederanno 14 membri, non più gli attuali 12; i due posti supplementari saranno assegnati a rappresentanti dellazienda americana, uno dei quali sarà occupato dallamministratore delegato di Anheuser, Augustus Busch IV.
Il matrimonio appena celebrato tra questi protagonisti del mercato mondiale dà vita a un colosso da 25 miliardi di euro di fatturato: la sua produzione complessiva supera fin dora i 460 milioni di ettolitri, pari al 31% del mercato mondiale, e occupa circa 150mila dipendenti in oltre 50 Paesi.
La nuova classifica vede poi al secondo posto la compagnia inglese Sab Miller, produttrice di marchi come Pilsner, Miller e la nostra Peroni Nastro Azzurro, che ha registrato lo scorso anno un giro daffari di 13 miliardi di euro: la birra venduta ha superato i 216 milioni di ettolitri.
Lolandese Heineken ha invece prodotto «solo» 119 milioni di ettolitri di birra, meritandosi il bronzo nella classifica mondiale: il giro daffari della casa produttrice dei marchi Heineken, Amstel e Birra Moretti ha raggiunto 12,5 miliardi di euro e un utile netto pari a 807 milioni di euro.
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