Sterpaglie abbandonate diventano una «palestra» per studiare le piante

Sterpaglie abbandonate diventano una «palestra» per studiare le piante

Da erbacce e muretti mezzi rotti a palestra ortofrutticola all'aperto per gli studenti genovesi. Ieri gli assessori provinciali Monica Puttini, Renata Briano e Manuela Cappello hanno firmato il protocollo d'intesa per la riqualificazione e il recupero del Parco Allende in Valbisagno. Sedicimila metri quadrati di verde, con 101 piante censite finora, che si trova alle spalle dell'istituto scolastico Majorana. L'assessore Puttini ha poi consegnato, simbolicamente, le chiavi del parco al preside del Majorana Benedetto Montanari e al preside dell'istituto agrario Marsano Giobatta Figari. Oltre agli studenti della scuola della Valbisagno al progetto partecipano pure gli agronomi dell'istituto Marsano che hanno dato un aiuto per valorizzare l'area verde. Il progetto è stato avviato l'anno scorso con il censimento della flora e della fauna e con l'inizio della ricostruzione pure dei centenari muretti a secco. Da ieri i ragazzi potranno cominciare a piantare gli alberi da frutta. Dall'anno prossimo sarà la volta dell'orto. Per adesso si tratta di fare nascere anche piante che producono frutti del nostro territorio che stanno sparendo. Dalle mele autoctone Roncallina rossa alle Fossa, Carla, Cabellotta, alle susine Arselline, Franchine, Bombaccone, alle pere dell'Armella e della Dama, alle albicocche Valleggia. Poi sarà la volta dei prodotti da orto come i pomodori Pursemina e le erbe aromatiche liguri.
L'iniziativa è interessante dal punto di vista didattico perché la Provincia ha accolto alcuni dei progetti presentati dagli studenti che si sono sentiti così fortemente motivati a lavorare e studiare. Ieri lo hanno testimoniato pure Stefani Salsi e Luca Garaventa che frequentano la seconda A del Majorana.

Inoltre il parco Allende sarà aperto a tutte le scuole della provincia genovese che potranno usarlo in accordo con le altre strutture del Majorana e del Marsano. L'investimento è stato quasi a costo zero, considerato che ci hanno lavorato soprattutto i giovani e i professori dei due istituti e che la Provincia ha speso soltanto qualche migliaia di euro.

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