Come per i faraoni, proseguono da svariati giorni i funerali di Steve Jobs.Domenica c’è stato a Silicon Valley il funerale per i Vip, ieri le esequie alla Apple per i dipendenti. L’ammirazione per Jobs è indubbia,la straordinaria incidenza dei suoi prodotti nella vita globale è lampante, ma vedo due ombre. La prima. Il mondo ha celebrato tramite lui la tecnica e il mercato. Nella società globale i mezzi prendono il posto dei fini, gli strumenti contano più degli scopi. Le rivoluzioni oggi non le fa la storia ma la tecnologia e protagonisti sono gli oggetti, non i soggetti.
È davvero un progresso per l’umanità? La seconda riguarda il culto della Mela, la Mac-Religione, che riverbera nello zelo missionario dei suoi adepti nel convertirci al Dio Apple. C’è un’aura mistica intorno a Jobs come il fondatore di una nuova religione. E la sua Mela evoca la Mela biblica, ma violata dal morso proibito. È significativa una coincidenza: mentre moriva il profeta del Dio Mela nasceva a Silicon Valley il cimitero digitale dove è possibile garantirsi sul web l’immortalità che non si spera più nell’Aldilà. Dopo la cremazione, c’è la digitalizzazione, così il defunto resta on line per sempre. Del corpo resta nell’etere l’icona, che è l’equivalente dell’anima nel web. Tony Curtis si è fatto seppellire col suo i-phone.
( Ne scrive Maurizio Ferraris ne L’anima e l’i-pad ). Peccato che non si tratti di immortalità ma di i-mortalità, come tutti gli i- di Jobs di così rapida mortalità per tenere vivo il mercato. L’eternità è tutta un’altra storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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