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Stewart: «Schumacher non è più il migliore»

«Meglio Alonso e Raikkonen: rari 2 talenti così nella stessa epoca»

Stewart: «Schumacher non è più il migliore»

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato

a Silverstone

Jackie Stewart ha sempre scelto il momento giusto per fare, dire e decidere. Scelse il costruttore Ken Tyrrel quando pochi ci avrebbero puntato e vinse tre titoli mondiali (’69, ’71, ’73); scelse di ritirarsi da trionfatore dopo 99 Gp, non appena conquistato il terzo mondiale «perché all’epoca si moriva troppo e avevo altro da fare»; scelse di fondare un team, la Stewart, quando investire in F1 costava relativamente poco e di venderlo alla Jaguar quando costava tutto il triplo. Per cui, molto meglio avrebbe fatto Michael Schumacher, due anni fa a Indy, alla vigilia del sesto mondiale, ad ascoltare il consiglio che gli diede lo scozzese, e per di più gratis: «Ora faresti bene a lasciare le corse, il tuo ricordo resterebbe indelebile e rispettato».
Domenica sera a Silverstone, non appena saputo che la Ferrari non solo aveva perso malamente, ma che Schumi aveva ufficialmente messo da parte i sogni mondiali, abdicando dal titolo di re assoluto («vorrei pensare a una Ferrari sul podio, ma non posso»), sir Stewart ha parlato del tedesco, del suo futuro e del futuro della F1: di Alonso e Raikkonen. «Michael non è più il miglior pilota del mondo. Alonso e Raikkonen sono più forti. Ma il suo vero problema, ora, sarà convivere con l’idea di non essere il numero uno, il campione. Dovrà abituarsi a pensarlo lui e a sapere che lo pensa anche il pubblico che gli sta attorno. Difficile dopo tanti anni convivere con questa nuova situazione. Sarà la sfida più difficile per lui».
Per Stewart, però, il dopo Schumi è fondamentale anche per la F1, «che anzi ne trarrà beneficio, perché per il Circus è meglio avere due fuoriclasse come Alonso e Raikkonen che un campione incontrastato. Chi fra i due giovani è il migliore? Difficile dirlo, perché sono due piloti davvero fortissimi, ma completamente diversi per nazionalità, per mentalità, uno latino e l’altro nordico, per istruzione e cultura. Se proprio devo individuare una differenza fra i due, trovo che Alonso abbia una maturità sorprendente per l’età e il ruolo che ricopre, mentre Raikkonen, in gara come in prova, dimostra un controllo mentale notevolissimo. La testa è la sua forza».
Stewart traccia anche il panorama dei prossimi anni: «Dopo molte stagioni caratterizzate dal dominio di un solo, grandissimo, pilota, la formula uno torna al dualismo. Pensateci, è rarissimo che vengano fuori contemporaneamente due talenti simili. Se Schumi avrà il problema di convivere con l’idea di non essere più il campione, Fernando e Kimi dovranno far lo stesso con il fastidio di dover sempre spartire la celebrità.

Il loro dualismo sarà ancor più importante delle imprese che riusciranno a portare a termine».

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