Fiumi d'inchiostro sono stati scritti sul Reverso di Jaeger-LeCoultre, uno degli orologi più iconici nella storia dell'orologeria da polso, tra i protagonisti, all'inizio degli anni '30, della spallata definitiva al segnatempo da tasca e dell'affermazione di uno stile che rivoluzionò l'architettura, le arti visive e la moda per almeno un altro decennio. Infatti, nel 1925 durante l'Exposition Internationale des Art Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi, l'Art Déco ebbe la consacrazione ufficiale, perché la sua connotazione si era sviluppata già a partire dal 1910, grazie, in particolare, allo stilista parigino Paul Poiret; poi, approdato negli Stati Uniti, in ritardo rispetto all'Europa, l'Art Dèco venne evoluto verso un concept aerodinamico di cui fu, tra i più riconosciuti artefici, Raymond Loewy. Gli storici del design inglesi, Tim e Charlotte Benton, hanno scritto: Gli edifici Art Déco incorporano le caratteristiche ornamentali e i dettagli decorativi Déco, ma esprimono chiaramente anche le loro moderne strutture in acciaio su ampie superfici murali e grandi finestre. Parole da considerare come una descrizione inconsapevole del Reverso, che trovò nell'acciaio una sua espressione primaria, le cui cromia, durezza e resistenza alla corrosione, nonché predisposizione alla finitura di livello lo rendeva quasi più prezioso dell'oro. Sintesi dell'Art Déco, i codici estetici del Reverso si distribuiscono sulla cassa rettangolare estesa fino al blocco anse, tanto da farla soprannominare un tonneau cubista: funzionale alla reversibilità, esplicitava una geometria essenziale, a giocare con linee diritte e curve, su percorsi simmetrici ed asimmetrici, limitata, in alto e in basso, da tre godron i cui tratti rettilinei dissimulavano l'abbraccio del polso. L'intuizione dell'uomo d'affari svizzero César de Trey, di ritorno dai territori dell'impero anglo-indiano, per proteggere l'orologio durante una partita di polo, affidata, per il movimento, all'abilità tecnica di Jacques-David LeCoultre e, per la cassa reversibile, all'ingegnere francese Alfred Chauvot, fu brevettata il 3 agosto 1931, mentre il nome Reverso fu registrato il 4 novembre 1931: tre anni dopo, la società Le Spécialités Horlogères di LeCoultre e de Trey acquistò il brevetto del Reverso, e l'orologio
divenne realtà, entrando ancor più nella leggenda quando Giorgio Corvo, distributore del brand in Italia, lo fece uscire da un inesorabile oblio, nel 1972. Come accennato, non ostante sia stato scritto tutto, sul Reverso, ogni volta che se ne racconta una nuova versione, la sua storia e la sua pregnanza emergono prepotenti, assieme alla sua straripante modernità, tale da registrare intatta l'integrazione tra forma e funzione, la sua alchimia più riconosciuta. Il recente Reverso Classic Monoface Small Seconds in acciaio da 40,1 x 24,4 mm (7,56 mm di spessore), taglia unisex, rivela un quadrante argenté in cui l'area centrale e quella dei piccoli secondi sono rifiniti guilloché coin stack, motivo che ricorda il bordo di una moneta, a contrastare con la spazzolatura verticale del giro delle ore a numeri arabi e dei secondi.
Il fondello è personalizzabile ad incisione, mentre il calibro manuale 822, di forma, assicura un'autonomia di 42 ore: il cinturino in pelle di vitello nera è stato ideato dalla manifattura argentina di stivali da polo, Casa Fagliano.