da Roma
Le prime buste paga dellera Prodi non sono piaciute ai sindacati. Alcuni rappresentanti dei lavoratori ormai lo dicono apertamente. Altri la prendono alla larga. Come il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, che ha chiesto di mettere mano «ai problemi che la Finanziaria non ha risolto» utilizzando i 37 miliardi in più incassati dal fisco. Che vanno destinati «al lavoro dipendente e al reddito da pensioni».
Dallo stesso sindacato, e per la precisione dalla corrente più a sinistra di corso dItalia, arrivano prese di posizione meno diplomatiche. I primi stipendi dellanno dopo la rivoluzione fiscale varata dal governo di centrosinistra? «Un caos. Ma era facilmente prevedibile visto il meccanismo contortissimo che hanno messo in moto. I lavoratori che hanno ricevuto le buste paga si chiedono dove sono andati i tanto attesi aumenti», commenta Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom ed esponente di Rete 28 aprile secondo il quale ora «il governo dovrebbe chiedere scusa ai lavoratori».
Anche la Uil conferma di non condividere la politica fiscale del governo. Il segretario confederale Guglielmo Loy vede tra i lavoratori, «difficoltà a capirci qualcosa, prevale lo scetticismo», se non la convinzione che «sarebbe stato meglio non cambiare niente. Non ho visto né suicidi di massa né feste in piazza». Alla Uil, prevale lidea che la maggior parte dei lavoratori ci abbia rimesso. E, ancora una volta, le lamentele più nette arrivano dai metalmeccanici. La Uilm aveva già simulato gli effetti della Finanziaria sugli stipendi delle tute blu. Ora sta aggiornando i dati «e purtroppo - annuncia il segretario generale Antonino Regazzi - le nostre osservazioni si sono rivelate non esatte. La situazione è peggiore di quanto avevamo pensato. Basta aggiungere il peso del fisco locale e viene fuori che per il 70 per cento dei lavoratori la busta paga sarà più bassa».
Pollice verso anche dalla Cisl, che ha condiviso le decisioni del governo Prodi soprattutto per quanto riguarda il trattamento di favore per le famiglie con figli. «Nonostante una finanziaria che ha ridisegnato la curva delle aliquote - osserva il segretario confederale Giorgio Santini - ci sono ancora diversi problemi, come le addizionali locali che finiranno per falcidiare i redditi bassi».
Loffensiva dei sindacati non è un caso. E casca alla vigilia del via ai tavoli di confronto con il governo. Il tema della maggiori entrate condizionerà la trattativa tra Palazzo Chigi e Cgil, Cisl e Uil. Per Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, leffetto della riduzione del cuneo fiscale «per i lavoratori dipendenti è evaporato e ora va ripristinato». La priorità, aggiunge Regazzi, va comunque data agli ammortizzatori sociali. Per l'Ugl le maggiori entrate del gettito fiscale dovrebbero essere reinvestite a favore del welfare, del mercato del lavoro e a sostegno del reddito da lavoro. In particolare a un maggiore sostegno alla famiglia. Attenzione - avverte Santini della Cisl - «non si può vendere la pelle dellorso prima di averla. Per questo è importante puntare sulla lotta allevasione».
La delusione per le buste paga potrebbe aggravarsi il prossimo anno. Oltre alleffetto delle addizionali Irpef regionali e comunali ci sono da considerare le ripercussioni per i cittadini del cosiddetto Patto di stabilità interno fissato con la Finanziaria 2007, che vincola i bilanci dei governi locali e penalizza economicamente chi sfora. La Cgia di Mestre ha calcolato in circa 222 euro il costo a carico di ciascun cittadino nellipotesi che Regioni, Province e Comuni in cui risiede non centrino lobbiettivo di bilancio.
I 222 euro di aggravio, nella simulazione della Cgia sono composti per 69 euro dall'aumento dell'addizionale Irpef comunale; 10 euro per l'incremento dell'imposta provinciale di trascrizione; 143 euro per gli aggravi di imposta sulla benzina, sulla tassa automobilistica e sull'addizionale regionale Irpef stabiliti dalla Regione.
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