Stipendi decurtati ai docenti

Tagli di stipendio, settimana lavorativa di quattro giorni, ferie non retribuite, congelamento dei salari. Gli imprenditori in crisi stanno escogitando ogni soluzione pur di tagliare senza licenziare. Gli Stati Uniti insegnano, ma anche Gran Bretagna e Paesi Bassi seguono lo stesso modello. A inizio dicembre il rettore della Brandeis University, Massachusetts, ha proposto a trecento docenti di rinunciare all’1 per cento dei propri stipendi. E la proposta è stata accolta dal 30 per cento dei professori universitari, con un risparmio di almeno centomila dollari e il mancato licenziamento di molti dipendenti. Ma gli esempi sono sempre più numerosi: la Dell (computer e informatica) ha avviato un sistema di estensione delle ferie non retribuite, la Motorola è passata al taglio degli stipendi, i casinò del Nevada hanno pensato alla settimana lavorativa di quattro giorni. Meno si lavora, più gente può lavorare. Così si salva l’occupazione e si può garantire alle aziende un risparmio.
A dare l’esempio nei giorni scorsi è stato il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, che per evitare la bancarotta, ha varato un pacchetto di misure anti-crisi che costringe i dipendenti pubblici a prendere due giorni di permesso non retribuito ogni mese.

Dagli Stati Uniti all’Europa: anche la britannica Corus, colosso dell’acciaio, ha chiesto ai dipendenti olandesi di lavorare un giorno in meno per circa sei settimane e ai suoi 25mila dipendenti inglesi di acconsentire al taglio degli stipendi del 10 per cento pur di poter salvare una delle ultime fabbriche del Paese nel Galles del sud.

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