Stock option da 20 milioni Marchionne: «Non la incasso»

Stock option da 20 milioni Marchionne: «Non la incasso»

da Milano

Da Sergio Marchionne importanti segnali al mercato e alla famiglia Agnelli. L’amministratore delegato di Fiat Group non passerà all’incasso, almeno per ora, della prima congrua tranche (2,37 milioni di azioni ordinarie) della maxi stock option di 10,67 milioni di azioni stabilita dal cda Fiat il 26 luglio 2004, novanta giorni dopo il suo arrivo al capezzale del Lingotto. Alla quotazione del titolo torinese di ieri, cioè 15,23 euro, Marchionne avrebbe portato a casa un bonus di circa 20,5 milioni di euro. «Non ho intenzione di esercitare», ha risposto ieri l’ad al Giornale, poco prima di partecipare a un convegno, insieme ad altri top manager, al Centro Svizzero di Milano.
Marchionne, infatti, potrebbe passare all’incasso dal 2 giugno prossimo, quando si aprirà la prima delle quattro finestre previste. Il diritto di esercitare la maxi stock option si protrarrà fino al primo gennaio 2011. Le altre tranche riguardano sempre 2,37 milioni di azioni (dal 2 giugno 2008 e dal 2 giugno 2009) e le restanti 3,56 milioni nell’ultimo anno. «La risposta di Marchionne - commenta un analista - ha diversi significati e una prospettiva positiva per il titolo Fiat. È chiaro, a questo punto, che manterrà fede all’impegno preso con il Lingotto e che sono lontani i tempi di un eventuale suo passaggio all’Ubs». Ma per l’ad di Fiat Group, che a Milano ha ricordato l’impegno del gruppo in direzione di un fattivo contributo al benessere del Paese, c’è un secondo programma quadriennale di stock option, per complessive 5 milioni di azioni al prezzo unitario di 13,37 euro, deliberato dal consiglio il 3 novembre 2006, negli stessi giorni in cui Marchionne ha illustrato alla comunità finanziaria il piano di rilancio della holding. La prima tranche di 1,25 milioni di titoli potrà essere incassata dal novembre 2010.
Marchionne, che anche ieri ha ribadito di non volersi muovere da Torino, almeno fino al 2012, per la famiglia Agnelli dovrebbe restare ancorato alla Fiat - viste le scadenze delle stock option - ancora più a lungo, sino al 2014. «Più grande è la fetta della torta - aggiunge l’analista - più un manager è incentivato ad andare avanti». Sempre al Giornale, Marchionne ha detto che per Volvo, che Ford potrebbe cedere entro i prossimi 18 mesi, «l’interesse della Fiat è pari a “zero”». La vendita di Volvo da parte americana seguirebbe le cessioni già avvenute di Aston Martin, Land Rover e Jaguar allo scopo di ridare slancio ai conti del gruppo di Dearborn.
Intanto, mentre anche a maggio - secondo le affermazioni di Marchionne - le immatricolazioni di auto in Italia vanno a rilento («il gruppo, però, continua a mantenere la sua quota»), ieri sera a Torino, al gala di chiusura del congresso di AutomotiveNews, l’ad di Fiat è partito all’attacco sul tema Co2.

«Probabilmente si apre una battaglia con le case tedesche - ha anticipato al Giornale - la situazione, così com’è, non ci sta bene. La Fiat deve difendersi. Penso di coinvolgere sull’argomento anche il governo. Il rischio di “dimagrire” la struttura, se le cose andranno in una certa direzione, c’è sempre».

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