R olling Stoner è il puffo australiano che ha portato la Ducati in vetta al motomondo. Casey, questo il vero nome, non ha lo sguardo irriverente e locchio imprevedibile di Valentino Rossi, non ha lespressione assetata di Max Biaggi o quella un po boscaiola e un po coraggiosa di Loris Capirossi. Casey sembra unimpiegato di banca, delle poste, un contabile e non se ne abbia luno e non se ne abbiano gli altri. È solo per dire che tutto potrebbe sembrare, ma non un pilota di moto. Per di più, della classe regina; per di più della Ducati, simbolo della febbre e del coraggio motociclistici.
Invece questo è Casey. La scommessa di casa Ducati è nata da unintuizione del direttore sportivo, Livio Suppo, che di fronte a Gibernau che perdeva i pezzi ha deciso di puntare sul ragazzino australe che solo per grazia ricevuta non aveva perso pezzi a sua volta. Quante botte, quanti voli, quante spatasciate sullasfalto. Tutte acrobazie che gli avevano, giustamente, regalato il soprannome di Rolling Stoner.
Ma, sul tavolo verde del motomondiale, la scommessa Ducati è stata vincente.
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