Lad di Eni, Paolo Scaroni, aveva previsto che quello per conquistare un maggior ruolo in Uganda, acquistando il 50% di due importanti blocchi petroliferi detenuto da Heritage, sarebbe stato «un po un cammino ad ostacoli». E, puntuali, gli ostacoli si sono presentati. Tullow, la società inglese che detiene laltro 50% dei blocchi 1 e 3A, nella zona del lago Albert, ha deciso di cambiare la sua strategia: non più cedere la sua quota, ma anzi acquistare, sfruttando il proprio diritto di prelazione, proprio il 50% che Eni si era aggiudicata in via preliminare per circa 1,35 miliardi di dollari da Heritage. Di fatto mettendo in stand-by lacquisizione da parte del Cane a sei zampe.
Ora la palla passa allUganda: loperazione di cessione è condizionata, infatti, allapprovazione del governo di Kampala che, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, potrebbe decidere già domani. Il ministro dellEnergia, Hilary Onek, alla domanda se il governo avrebbe approvato lofferta della società britannica ha risposto: «Spero di sì». Altre indicazioni dovrebbero arrivare, inoltre, il prossimo 25 gennaio, quando si riuniranno gli azionisti di Heritage. In ogni caso Eni ha fatto sapere di «attendere indicazioni del governo ugandese prima di rescindere il contratto di compravendita precedentemente firmato con Heritage».
La scorsa settimana il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini, in missione in Africa, aveva sottolineato come lofferta di Eni fosse «estremamente importante, estremamente interessante per lUganda». In Borsa, Eni ha archiviato la giornata con un progresso dello 0,54%.
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