Stop all’asse con l’Iran Solo così fermeremo la mattanza in Siria

La guerra fredda non è stato niente a confronto, e a questa non mancano le sue peggiori caratteristiche: furore ideologico, sangue innocente, terrorismo diffuso... A una delle due parti manca tuttavia una delle caratteristiche di allora. La bomba atomica. Ma sta per averla, e quindi, diamoci una regolata. La rivoluzione siriana sta toccando un apice.
Le agenzie, mentre piangiamo i colleghi uccisi dalle forze di Assad, Marie Colvin e Remi Ochlik, battono ogni ora decine in più di morti mentre si allarga l’attacco bestiale a Homs. Intanto una commissione dell’Onu stabilisce che sono alti ufficiali dell’esercito di Assad a ordinare le stragi di civili e le torture negli ospedali, ciò che configura il crimine di guerra. E il fronte si definisce: da una parte a Tunisi la riunione degli «amici della Siria», ovvero la Lega Araba e alcuni Paesi occidentali si avviano all’apertura di corridoi umanitari.
Nei corridoi, poi, si sa, ci può passare di tutto. L’ha annunciato a Londra Hillary Clinton. Oggi si apre a Tunisi la riunione degli amici della Siria, Lega araba e Paesi occidentali, l’Onu vuole mandare un commissario a dare un’occhiata. Anche Mario Monti ha preso posizione contro il regime di Damasco. Ma Ali Akbar Velayati ha detto che «gli sforzi per destituire il governo siriano non si concretizzeranno e la linea del fronte che unisce in particolare Siria, Iran e Hezbollah contro il regime sionista non svanirà e ha anche ricordato il sostegno russo e cinese a Damasco.

Non sono noccioline, e non lo erano neanche quando per anni Assad passava missili a Hezbollah e Hamas, e quando la Russia e la Cina coprono l’Iran nella costruzione dell’atomica.
La Siria non è la Libia di Gheddafi, una bizzarra periferia araba. È il cuore di un’alleanza pericolosa che sarebbe bene smantellare una volta per sempre.

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