Non solo parole ma impegni. Ecopass gratis dal primo ottobre per i milanesi e «il 30% dei 3 milioni di euro che contiamo di incassare dai non residenti saranno assegnati come incentivi a circa 5mila famiglie per sostituire le vecchie caldaie». Letizia Moratti che aveva annunciato l’azzeramento del ticket per i cittadini ha voluto far votare agli assessori in giunta ieri mattina l’informativa, che significa che in caso di rielezione dalla promessa si passerà ai fatti. Idem con un secondo atto ha già dato incarico ai tecnici di predisporre la delibera per rendere gratuite le strisce blu ai residenti nel proprio ambito di sosta, e di predisporre formule di abbonamento annuale per i commercianti, artigiani e le categorie che hanno la partita Iva. C’è l’informativa approvata, ma condizionata a un parere legale, per cancellare le multe Ecopass agli Euro 4 diesel senza filtro che in venti giorni nel 2010, quando il Comune sospese la deroga per l’emergenza smog, sono entrati nella zona rossa e hanno preso la multa.
Ma sul rafforzamento di Ecopass - l’estensione dell’area e la trasformazione in una congestion charge da 5 euro di pedaggio per le auto private e 10 euro per i furgoni - è tornato alla carica ieri il comitato dei 5 referendum sull’ambiente. Portavoce l’ex assessore Edoardo Croci, il radicale Marco Cappato e il verde Enrico Fedrighini. Che chiedono, insieme a Legambiente, ai due sindaci di dire «sì» ai quesiti (oltre al pedaggio per tutti si propone ad esempio l’estensione del teleriscaldamento e del bike sharing) e alla Moratti di non boicottarli, garantendo un’informazione a tappeto sulla consultazione del 12 e 13 giugno. «Non ha rispettato l’impegno a lanciare campagna sui referendum» denuncia l’organizzazione bipartisan. Ma il sindaco li corregge: «Io avevo proposto di mandare una lettera a tutte le famiglie milanesi, per garantire una comunicazione più ampia e diretta possibile, ma dal comitato referendario mi è stato detto che poteva sembrare una lettera di propaganda elettorale. Su quella base mi sono astenuta». Sui quesiti, anticipa: «Andrò a votare e voterò cinque sì ma con una distinzione sul primo referendum, quello sulla tassa sugli autoveicoli». Privatamente, distingue, «sono d’accordo, ma come sindaco no per due motivi: non credo che in questo momento economico si debba pesare sui cittadini milanesi. Secondo punto, nel referendum è specificato che per coprire l’investimento, in particolare sul trasporto pubblico, si prevedono 60 milioni di euro, non specificando come si intendono coprire».
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