«Stop al caro benzina o sarà prezzo trimestrale»

Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’energia, l’incontro con le compagnie petrolifere di giovedì scorso ha portato qualche risultato?
«Il ministro Scajola lo ha convocato per esercitare una moral suasion perché non abbiamo poteri di indirizzo sul prezzo. Siamo in un mercato libero, ma le compagnie non si fanno concorrenza. Volevamo scongiurare ulteriori rialzi: alla vigilia del grande esodo i prezzi non aumenteranno».
Come si è comportato l’esecutivo?
«Grazie all’osservatorio sui prezzi e al nostro ufficio carburanti abbiamo calcolato che c’è uno spazio di 3 centesimi per la riduzione prezzi. Siccome siamo persone ragionevoli e serie, abbiamo chiesto un taglio di 2 cent»
Ma quali sono i vostri reali poteri?
«Le compagnie hanno contestato il metodo di calcolo. Siccome non è un confronto fra centri statistici, bensì fra compagnie e governo, possiamo perdere la pazienza e tornare, come ha detto il ministro, al prezzo indicizzato periodico su base trimestrale come per elettricità e gas. Le compagnie devono pensarci su: siamo alla vigilia delle vacanze e c’è la crisi. È una minaccia sulla quale riflettere perché si stanno creando distorsioni. Altrimenti saremo in balia della speculazione internazionale».
Ci sono altri interventi da attuare?
«Abbiamo costituito un tavolo per la consultazione con consumatori, compagnie e distribuzione. Da un lato vogliamo più trasparenza e abbiamo introdotto con la legge Sviluppo l’obbligo di comunicare il prezzo effettivo. Ci sono pesanti sanzioni se le comunicazioni non corrispondono ai prezzi applicati. Dall’altro lato, abbiamo detto all’Antitrust di verificare se gli impegni delle compagnie siano stati rispettati».
Come si strutturerà il piano del governo contro i rincari?
«Il piano è a medio-lungo termine e prevede un intervento forte sulla distribuzione. In Italia abbiamo 23mila distributori a fronte dei 14mila francesi e dei 10mila britannici. Il numero è enorme e rende inefficiente la rete perché i trasporti costano di più. Poi, bisogna incrementare le pompe bianche (quelle no-logo; ndr) e cambiare le nostre abitudini sfruttando i self-service. Infine la grande distribuzione: è necessario lavorare assieme alle Regioni semplificando il rilascio dei permessi».
Si seguiranno anche altre strade?
«Incentivare il metano nel quale crediamo molto e sviluppare la rete dei distributori. C’è un progetto tra Eni e Fiat che può essere premiante per entrambi. E poi consideriamo la possibilità di riprendere il tema della sterilizzazione dell’Iva (lo Stato rinuncia alle maggiori entrate se il prezzo supera una soglia determinata; ndr) ma questo si può fare se c’è atteggiamento conciliante delle compagnie».
Il pil nel secondo trimestre 2009 è calato del 6% su base annua.
«Il dato è pesante per un Paese che ha un’industria manifatturiera molto diffusa. Con i provvedimenti anticrisi cerchiamo di agganciare la ripresa quando arriverà. È importante che con la prossima Finanziaria si concentrino le risorse sull’innovazione».


Servono riforme strutturali?
«Dovrebbero riguardare i servizi pubblici locali. Noi pensiamo a un grande mercato dell’energia, ma le pmi sono ancora allacciate a municipalizzate inefficienti. È importante promuovere aggregazioni tra imprese e chiudere i carrozzoni del socialismo municipale».

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