I programmi, guardiamo ai programmi. E cerchiamo di capire, sul serio, a chi rischia di finire in mano la città. Se mai Pisapia e compagni dovessero mettere piede a Palazzo Marino, tante garanzie date in questi anni ai cittadini verrebbero messe in discussione. Parecchio. Andiamo a sfogliare le 33 pagine del programma del centrosinistra, tralasciamo l’ovvio e i passaggi in cui si predica il «volemose bene». Nei punti clou del manifesto che ispirerà la squadra di Pisapia vengono scardinate certezze sui temi caldi di Milano: rom, moschea, sicurezza, venditori abusivi, quiete pubblica. E pure il Pgt, il piano di governo del territorio che, a sentire le intenzioni, verrà totalmente rivoluzionato, poiché considerato «inaccettabile » (pagina 12 ). Come se lo scopo di una nuova amministrazione fosse quello di mandare totalmente all’aria il lavoro fatto dai predecessori. Come se in aula negli anni passati non ci fossero stati rappresentanti del Pd a fare opposizione, a calibrare le scelte. Continuiamo. Pagina 27: «Vanno ridefiniti i compiti della polizia locale, sgravandola da tutti i compiti di pubblica sicurezza che le sono stati attribuiti in questi ultimi anni». In sostanza i vigili, che tanto hanno fatto per scoraggiare gli abusivi per le strade e per tutelare l’ordine,saranno relegati strettamente alle gestione del traffico. Come se a controllare corsie e semafori non ci fossero già centinaia di telecamere in tutta la città. «La Polizia Locale- replica il vicesindaco Riccardo De Corato- grazie una sempre più alta specializzazione è stata un punto di riferimento a 360 gradi per i milanesi e hanno contribuito al calo dei reati, dimezzati in due anni». Qualche riga più sopra si affronta il tema dei rom e si annunciano «esperienze di autocostruzione » come alternativa alle baracche per dare un’abitazione ai nomadi. Che, nei fatti, significa altri agglomerati di case abusive, che i rom si possono costruire da sé. Veniamo al tema moschea: «La realizzazione di un grande centro di cultura islamica è non solo l’esercizio di un diritto ma anche una grande opportunità culturale per Milano». Peccato però che nel programma non sia specificato a quale quartiere verrà data questa «opportunità». Un annuncio troppo impopolare prima del voto. Altra voce: la movida. Pisapia non seguirà la logica del coprifuoco e tanto meno delle ordinanze. Ma non specifica in che modo vorrà tenere sotto controllo gli schiamazzi notturni e la vita notturna fuori dai locali. Parlare di libertà senza regole è un discorso che sta in piedi nella teoria ma quando i residenti si ribelleranno contro notti insommi e bottiglie di vetro lasciate ovunque, allora le cose cambieranno. E poi i giovani: l’aspirante sindaco sostiene che non esistano spazi di aggregazione per i giovani. E la Fabbrica del Vapore cos’è? A meno di due settimane dal ballottaggio, anche la maggioranza ha cominciato a smontare, punto per punto, il programma di Pisapia. Si tratta dell’operazione: «Milano apre gli occhi».
I leghisti stanno facendo circolare un messaggino sms, che cita i punti salienti, con tanto di virgolettati, del vademecum Pd-vendoliano. Così il Carroccio lancia un invito agli elettori: «Sai già cosa fare». Sottinteso: per fermare l’irreparabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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