Stoppani, la Cgil manda gli operai in discarica

Paola Setti

Di che colore è il cromo esavalente? Alla Stoppani sicuramente giallo, come in un romanzo di Alfred Hitchcock. L’unica cosa certa della trama, qui, è che c’è una bonifica, e che bonifica, 40 milioni di euro, considerata prima urgente e poi non più rinviabile da almeno quattro anni, ma nessuno l’ha mai fatta. E che ci sono due operai a spasso da un anno nonostante il Tribunale del Lavoro abbia giudicato illegittimo il loro licenziamento ordinandone il reitegro. Per tutto il resto, più che di trama si può parlar di trame.
Il sindacato, per dire. Qui non difende i lavoratori, ma l’azienda. Parlano i fatti, le carte e alcuni protagonisti: non una mossa a favore dei due poveracci di cui sopra, tanto per cominciare. E non una parola per gli altri venti e passa che ancora lavorano nello stabilimento. Era il 20 ottobre quando si son firmati «i lavoratori dell’Immobiliare Val Lerone» e hanno scritto a Cgil, Cisl, Uil, Regione, Provincia, Comuni di Arenzano e Cogoleto per denunciare non solo ritardi di un mese nel pagamento degli stipendi, ma anche tutta una serie di irregolarità per la loro sicurezza e salute, dalla «forte esposizione al fattore di rischio di incidente» dovuta alle «carenze impiantistiche di tipo strutturale» all’assenza del medico di fabbrica, là dove le «visite periodiche sanitarie non sono state effettuate», dalla «scarsa fornitura e distribuzione non regolare dei mezzi di protezione individuale» agli spogliatoi «senza riscaldamento da oltre un anno».

Lamentano anche «la scarsa informativa al personale da parte di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda» sulle problematiche del loro futuro e avvertano che o si cambia o loro procederanno «alla fermata delle attività lavorative». Il Comune di Cogoleto ha inoltrato la lettera alla Asl per competenza il 23 ottobre. Ma dalla sede centrale al tavolo del funzionario dell’Unità operativa Prevenzione e sicurezza della Asl, è arrivata solo (...)

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