Storace: "I moralisti che ora predicano hanno difeso eutanasia e droga"

«Ho appena inaugurato la federazione di Salerno». Francesco Storace, segretario de La Destra, è entusiasticamente coinvolto nel processo di radicamento territoriale del proprio partito.
Tanto attivismo significa elezioni in vista?
«È solo un ringraziamento a chi si impegna per passione. E poi, sentendo i militanti, vedo responsabilità».
A proposito di responsabilità, ieri ha espresso apprezzamento per la lettera aperta dei sei esponenti ex An che sul Giornale hanno appoggiato Berlusconi.
«Non ci sono gelosie, non è il tempo. Ho apprezzato quello che hanno fatto i miei concorrenti più diretti, tra i quali Alemanno, La Russa e Gasparri. È anche il momento di dire che qui c’è una barriera».
Barriera?
«Innanzitutto contro quella sinistra italiana che da forcaiola e diventata “sorcaiola” (gioco di parole sull’espressione dialettale romana per indicare il sesso femminile, ndr). Hanno insegnato che il corpo è mio, che devo potermi drogare quando mi pare e che ho il diritto di morire e ora si mettono a predicare morale».
Non sono da soli, però.
«Infatti. Per questo motivo vorrei che l’area del Pdl più tradizionalmente vicina a Berlusconi uscisse dalla sindrome della scialuppa di salvataggio. C’è troppo timore, quasi un’intelligenza col nemico».
Il presidente della Camera non ha risparmiato moralismi.
«Le sue dichiarazioni mi fanno venire in mente il caso-Sottile quando lui era ministro degli Esteri e il suo portavoce fu coinvolto in maniera ignobile. In quel momento erano l’immagine dell’Italia agli occhi del mondo».
Cosa è cambiato?
«Niente. È la solita ipocrisia finiana. Credo stia solo attendendo il 2 febbraio (quando il gup dovrà esprimersi sulla richiesta di archiviazione su Montecarlo, ndr) e stia facendo sponda con la magistratura».
E la «sindrome della scialuppa»?
«È quella che ha rappresentato la fine della Dc quando ognuno diceva: “Speriamo che mi salvo” evitando i contatti con gli altri. Invece, stamattina (ieri, ndr) ho telefonato a Berlusconi per sapere come stesse. Mi ha detto che la bufera passerà e che combatterà. Poi mi ha chiesto se avessi bisogno di qualcosa. Gli ho detto di no, ero disinteressato. Ecco, vorrei che attorno a lui ci fosse più calore e umanità».
Qualcuno ha timore.
«C’è paura di essere coinvolti. Ma se si dovessero dimettere tutti i parlamentari che potrebbero essere implicati in scandali sessuali, mancherebbe sempre il numero legale. I letti sono affollati da una parte e dall’altra. Hanno eletto un trans, Cicciolina e ora ci danno lezioni».
Berlusconi cosa dovrebbe fare?
«Deve reagire governando il Paese. Se glielo impediscono, bisogna andare al voto».


La preoccupa la lettera aperta del ministro Maroni sul Corriere?
«Ribadisce lealtà a Berlusconi ma chiede che si torni a parlare anche del Paese. Questa campagna ci ha distratto da tutto il resto. La cosa buffa è che non c’è alternativa».

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