Storia di due borghi e una chiesa

Poggio e San Bernardo di Favaro - storia di due borghi e di una chiesa è l'ultima fatica del Centro Studi Storie di Jeri e testimonia la crescita di questi studiosi, innamorati del nostro levante. Hanno realizzato non uno svelto seppur assai documentato «Quaderno», ma un bel volume di 200 pagine ricco di foto. I saggi dei nove collaboratori sono stati coordinati da Pier Luigi Gardella che ha l'esperienza di una ventina di libri di storia e tradizioni dei Comuni di Bogliasco, Pieve e Sori, di pregevoli saggi sulle Confraternite ed è stato onorato da «A Compagna» con il Premio De Martini.
Il libro ci dà la cornice dei fatti con l'attenta descrizione del territorio, poi ripercorre 400 anni della parrocchiale di San Bernardo di cui un ricco saggio di Simona Sessarego mette in risalto gli aspetti d'arte, quindi l'archeologa Marina De Franceschini ripercorre il culto del Santo in Liguria. Dopo questi aspetti più storici o religiosi, ecco le vicende dell'Asilo Infantile N. S. della Salute in un saggio di Nora Marchese, come pure della Casa per Anziani, della Società Sportiva Operaia San Bernardo (1908/2008) e della Società fra Operai e Contadini di Poggio.
Un altro scritto della Marchese ricostruisce le antiche o perduranti tradizioni e sagre come il I maggio la Festa delle mucche trasformata in Festa delle fave o per San Giovanni la Biondina con il rogo di una scopa vestita da donna.
Vivo ed umano il ricordo degli abitanti, in particolare di Luigi Crovetto, detto «u Legna» ma anche «u Miliardu» quando tornò molto ricco dall'America Latina dove aveva commerciato ovini. Con la moglie Caterina Schiappacasse sono stati i benefattori della comunità donando i locali dell'Asilo (il più vicino, a Pieve, non era raggiungibile a piedi) e la loro villa che diventò sede della Casa per Anziani.
Non manca la storia della produzione di olio nelle comunità ricordate e la descrizione della vita nella frazione montana di Santa Croce. A cura di Luca Sessarego la toponomastica, un «dizionario» arricchito da leggende come per quella della Casa della Quercia del Pirata che nel Duecento avrebbe abitato sopra il Poggio, fondando i Cuèrti (i Crovetti) le cui case sono le più antiche.
Le vicende storiche sono sempre approfondite da Gardella come nel saggio che narra la separazione del 1879 di Poggio Favaro da Pieve per aggregarsi a Bogliasco.
Due racconti meritano un discorso a parte, testimoniando un'apertura europea di questi luoghi. In «U Pietrin da Cisa» Francesco Antola racconta che questo giovane mentre intratteneva una festa da ballo nel ’45 con la fisarmonica di Bertin, che in paese insegnava musica, fu interrogato come sospetto partigiano dalle Brigate Nere. A salvarlo un soldato tedesco osservatore in quella zona: di qui grande la gratitudine per lui.
L'altro racconto «L'orologio di Gospic» di Pierino Bonifazio riguarda una spedizione di solidarietà nel '94 nella Jugoslavia reduce dalla guerra.

Riporta parole di una donna slava sull'apparente pacifica convivenza di prima con i serbi e che invece era un'emarginazione dei cattolici. Un piccolo cedro del Libano, dono del vicario episcopale di Fiume e Gospi? a don Silvio Grilli che guidò il viaggio, svetta a San Bernardo nella scarpata tra la piazza e i campi da bocce.

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