«Noi sappiamo che qualunque cosa facciamo non riusciremo a guarire i mali del mondo; ma sappiamo anche che è nostro dovere operare con tutte le nostre forze, con tutto il nostro impegno, con tutte le capacità tecniche che abbiamo potuto accumulare in questi anni, nel senso di venire incontro alle profonde necessità degli uomini che soffrono nel nostro paese». Queste le parole conclusive dell'ultimo discorso tenuto dal Ministro Ezio Vanoni al Senato il 16 febbraio del 1956, poche ore prima della scomparsa, ricordano l'alto profilo intellettuale e morale di un protagonista della vita economica e finanziaria italiana.
Vanoni e l'economia di mercato è stato il tema di una Tavola Rotonda tenutasi in questi giorni a Sondrio, organizzata - nell'ambito del tradizionale impegno culturale dalla Banca Popolare - in collaborazione con la Società Economica Valtellinese - in occasione della presentazione del volume di Francesco Forte Ezio Vanoni economista pubblico.(Rubettino/Leonardo Facco).
Alla manifestazione era presente la figlia dello statista, Marina, e come relatori esponenti di spicco del mondo accademico: l'autore, Alberto Quadrio Curzio, in qualità di moderatore, Silvio Beretta,(con Luigi Bernardi curatore del libro), Silvia Cipollina, Sergio Lanza e Claudia Rotondi.
«Vanoni - ha scritto Forte che ne fu allievo ed ebbe con lui una lunga frequentazione, distinguendosi a sua volta da economista e politico - possedeva una visione generale del mondo e dei valori e dei moventi dell'agire umano dal punto di vista dell'economia positiva e dei grandi principi della politica economica, che inevitabilmente si ricollegano all'etica».
Vanoni fu uomo di studio e quindi ogni sua azione era sorretta da un rigoroso supporto scientifico nei vari problemi di cui si è occupato, mirando sempre al bene comune: politica delle imposte, finanza pubblica, analisi economica delle leggi finanziarie, diritto tributario.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.