Cronache

La storia Il «Lagaccio» del principe

Il Lagaccio era un bacino artificiale, nel sestiere di San Teodoro, sulle alture di Genova, voluto da Andrea Doria, doge e condottiero. L'invaso fu costruito per creare una buona riserva d'acqua utilizzata per innaffiare i giardini e alimentare fontane del suo palazzo, fatto costruire ne l 1521, nell'area di Fassolo attigua a Porta S.Tommaso. Il bacino era connesso alla residenza del principe Doria con un lungo acquedotto in muratura ultimato nel 1540 insieme a un lavatoio pubblico usato dalle massaie. L'invaso era molto profondo, e con il passare del tempo si accumularono detriti che resero le acque torbide e limacciose; per la popolazione della zona risultava impossibile qualsiasi utilizzo, e non si poteva recuperare qualunque cosa fosse caduta sul fondale. L'invaso assunse un aria sinistra e i genovesi cominciarono a detestarlo chiamandolo col nome dispregiativo di «Lagasso». Per questa pericolosità e l'impossibilità di dragare i fondali, l'amministrazione comunale negli anni '60, dopo aver canalizzato il rio Lagasso e il fosso delle Bacchette, ha provveduto a colmare e chiudere l'invaso. La dove c'era il lago voluto dal principe per far zampillare l'acqua dalla bocca della statua del Nettuno, oggi c'è un impianto sportivo con lo stadio di calcio Felice Ceravolo e quello da hockey. Si racconta che proprio in questa località nel 1593 tra le poche case esistenti ci fosse un forno, che diventò celebre per aver inventato un prelibato tipo di biscotto.

Che, per ironia della sorte, prese il nome dell'infausto lago.

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