La storia Quanti guai, dalle ville abusive alla bancarotta

Di tegola in tegola. La carriera politica di Massimo Ponzoni, ex assessore all’Ambiente del Pirellone, è inciampata diverse volte nei guai con la giustizia. L’ultima accusa - quella di corruzione - è di certo al più grave. Ma, appunto, è solo l’ultima. Meno di due mesi fa, infatti, l’attuale consigliere regionale del Pdl rieletto a Monza con 11mila e 96 preferenze, era finito nel registro degli indagati (assieme alla moglie e al fratello di quest’ultima) con l’accusa di bancarotta per il crac della «Pellicano» - la società immobiliare di cui Ponzoni era socio - dichiarata fallita dal tribunale di Monza nel gennaio scorso, e affondata da perdite per circa 600 mila euro. Il nome di Ponzoni, però, non era nuovo alle cronache. L’ex assessore, infatti, era stato sentito per quasi dieci ore (come testimone) dai pm che indagano sulla bonifica di Santa Giulia, per la quale erano finiti in carcere l’imprednitore Giuseppe Grossi e Rosanna gariboldi, moglie del parlamentare Giancarlo Abelli nonché socia di Ponzoni nella «Pellicano». Infine, l’attuale consigliere venne coivolto in due vicende di abusi edilizi: la prima risale al febbraio del 2009, quando il Tar gli impose di abbattere due villette abusive costruite su un terreno agricolo non edificabile a Cesano Maderno (una intestata alla moglie, l’altra abitata dal cognato e dalla suocera).

La seconda riguarda il mancato pagamento di un condono «per violazioni edilizie eseguite presso l’immobile di corso Italia 144 a Desio». Una palazzina alta tre piani costruita dalla Immobiliare Corso Italia Srl. Una società in liquidazione, tra i cui soci figuarava proprio l’allora assessore all’Ambiente.

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