La storia del Santarcangelo

Il Barcellona italiano sbarca tra i professionisti. L’azionariato popolare ha condotto il Santarcangelo in Lega Pro, la prossima stagione sarà in Seconda Divisione, con il 10% in mano ai tifosi, acquisito due anni fa tramite l’associazione Squadramia.
«L’Ebbsfleet United si è fatto largo in Inghilterra - racconta l’avvocato Riario Fabbri, 35enne rappresentante dei sostenitori nel cda -, anche in Germania un caso analogo. In 85 anni di storia gialloblù, mai la società era stata così in alto: il salto è arrivato dopo 14 stagioni di serie D, per noi era il secondo tentativo».
Simbolo del club è il gallo, i 3mila posti dello stadio «Valentino Mazzola» domenica con il Perugia erano gremiti, per la poule scudetto e la festa promozione. Mancava solo Alberto Zaccheroni, presidente onorario tornato in Giappone per la sua Nazionale.
L’idea è partita dai fratelli abruzzesi Mirco e Flavio Marini, con il cugino Claudio, di Giulianova, tramite il sito myfootballclub.it. Chiesero di adottare la squadra, dando indicazioni sulla formazione all’allenatore Beppe Angelini, centrocampista del Cesena, anche in serie A, e del Padova, in B. «Non era vincolato ai consigli dei tifosi-soci - dice il presidente Roberto Brolli, 53 anni, dirigente delle Confcooperative di Rimini -, comunque gli sono state utili». Versando tramite internet 60 euro l’anno si contribuisce alle scelte societarie, per questo ognuno è chiamato presidente. Nell’estate 2009 aderirono in mille, poi un leggero calo. «Vantiamo associati da 40 nazioni, comprese Australia, Canada e Stati Uniti. Con la promozione prevedo un rilancio».
«Al varo della campagna registrammo 20mila preadesioni - riprende l’avvocato Fabbri -, senza impegno vincolante di denaro. Fattivamente sono entrati dalla Puglia, a Torino, Udine, Roma, Napoli e Milano. Più da fuori che in Romagna, i riminesi non si associano per questioni di campanile».
Santarcangelo conta 20mila abitanti, è 8 chilometri dal mare, a 10 dal capoluogo, in campionato ha preceduto club abituati alle categorie superiori: Teramo, il Rimini che 4 anni fa puntava alla serie A; Forlì, Jesina, mentre la Sambenedettese è rimasta fuori dai playoff. Per arrivare nell’ex C2 è servito mezzo milione, con la seconda rosa più giovane di tutta la D, senza ex professionisti. Due gli stranieri (il ghanese Obeng e il romeno Radoi), mentre il portiere Michele Nardi è del paese.
«Nel prossimo campionato, da debuttanti, obiettivo salvezza - conclude Fabbri -. Vorremmo arrivare a 10mila sottoscrittori, per acquisire l’intero pacchetto azionario». I tifosi (il più vecchio ha 74 anni) dicono la loro su acquisti e cessioni, hanno tre giorni per votare ogni operazione.

Al campus di fine giugno ciascuno può portare un possibile rinforzo, l’anno scorso vennero presentati 30 giocatori in prova. A Santarcangelo hanno in mente una chat fissa, con cui i «presidenti» dialoghino quotidianamente con i giocatori. «Siamo davvero il Barcellona d’Italia».

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